Gallarate - 30 dicembre 2023, 10:46

Grotta Azzurra: 40 anni di ristorazione e accoglienza in viale Milano

Il ristorante pizzeria ha navigato fra i cambiamenti di Gallarate e della clientela. La nascita, i periodi difficili, le visite importanti, da Claudia Cardinale ai ragazzi del Centro disabili. Il titolare, Mario Giordano: «Quando riusciamo a coinvolgere le persone in un’atmosfera familiare, otteniamo il risultato che cerchiamo»

L'interno del ristorante Grotta Azzurra, con l'allestimento del periodo natalizio

«Quando abbiamo incominciato, nell’inverno dell’83, e poi nei primi tempi, ci siamo mossi in modo prudente. Venivamo dalla provincia di Salerno. Tra la nostra vita là e Gallarate c’è stata una breve esperienza in Emilia. Non sapevamo bene che cosa aspettarci, non conoscevamo la mentalità che avremmo trovato. Abbiamo fatto un passo alla volta». Oggi Mario Giordano, titolare del ristorante pizzeria Grotta Azzurra, si guarda alla spalle, conta i passi mossi uno dopo l’altro e contempla un cammino lungo 40 anni. Che prosegue.

Niente celebrazioni dell’anniversario in grande stile, per ora, perché «…il lavoro è parecchio, c’è tanto da fare. Mi sono ripromesso più di una volta: appena chiudo questo o quell’impegno, penso a come festeggiare. È sempre saltato fuori qualcosa di nuovo su cui mettere urgentemente la testa. Ma un grazie alla “famiglia Grotta Azzurra” lo voglio dire. A partire da mia moglie: quanto mi ha sopportato…».

La ragione sociale di viale Milano, in realtà, è preesistente agli anni Ottanta. Giordano e i suoi l’hanno presa in consegna, conferendo all’attività la loro impronta. «I piatti – precisa il titolare – hanno spesso una base tradizionale ma li modifichiamo, per aggiornarli senza stravolgerli. Quanto al modo di accogliere, non ci dimentichiamo che veniamo dal Sud: i nostri clienti, tanti meridionali e tanta gente del posto, si aspettano un certo tipo di calore. Ecco, a mio parere, quando riusciamo a coinvolgere le persone in un’atmosfera tranquilla e familiare, la Grotta Azzurra ottiene il risultato che cerca». Mentre parla a un tavolo del locale, suona il telefono. Giordano si interrompe brevemente: «Ciao… Ci saranno anche il nonno e la nonna? Va bene, allungo il tavolo». Altri squilli. Il titolare fornisce informazioni su una app per ordinare le pizze a domicilio. «Ma chi sei, Giovanni? Ok, ti spiego di nuovo…». Familiarità, appunto.

Lo insegue, l’obiettivo dell’accoglienza, una decina di dipendenti, fra cucina, forno a legna e personale di sala. Un impegno affrontato con professionalità e passione, senza limitarsi al semplice “compitino”.  «La squadra, che per ovvie ragioni è cambiata nel corso del tempo, si è sempre data da fare. Qualche volta mi hanno detto che, come capo, sono troppo morbido. Secondo me, però, le persone sanno quello che serve per fare le cose bene. È anche grazie a questo che abbiamo superato il periodo più pesante del Covid. Il peggiore, per la ristorazione, degli ultimi 50 anni. Come minimo».

Di fasi, del resto, la Grotta Azzurra ne ha attraversate diverse. «Ovviamente ci sono stati gli inizi – sintetizza Giordano – quando qui intorno le abitazioni erano molte meno e il livello di quelli che frequentavano la zona, anche da fuori Gallarate, non era sempre altissimo. Un altro periodo che ricordo in modo nitido, fra i tanti, è stato quello del Nautilus: capitava di avere gente affamata, che aspettava il tavolo, alle 3 del mattino. Magari dj dall’umore molto variabile, a seconda di come gli era andata la serata. E, a proposito di ore piccole, ce le ha fatte tirare pure Gianni Sparacia. Un amico». Come noto, il coiffeur, ed ex assessore, non ha mai smesso di avere contatti con il mondo dello spettacolo, frequentato a lungo per ragioni professionali. «Gianni ha portato qui diversi volti noti della Tv. Magari in piena notte. In qualche occasione, più verso il mattino».

Anche adesso succede che, alla Grotta Azzurra, arrivino visitatori conosciuti ma, tendenzialmente, in un altro ambito, quello della narrativa. «Merito di Bambi Lazzati, del Premio Chiara. Quando i finalisti fanno tappa al Maga, pranzano qui». La cliente che più si staglia nella memoria di Giordano, comunque, è Claudia Cardinale, icona di cinema e di bellezza. «Una persona dai modi gentili – aggiunge il ristoratore - sorprendentemente semplici. Non dava nell’occhio. I clienti più giovani non sapevano chi fosse: non riuscivo a crederci».

Emozionante anche la scoperta del Centro Diurno Disabili. «Il tramite è stato l’allora assessore ai Servizi sociali, Giovanni Bongini. Mi hanno colpito gli utenti ma anche gli operatori e i volontari. Sono stati ospiti qui diverse volte, ho regalato cappellini… L’attenzione, l’amore che si percepivano…».

E oggi? «Si sa, siamo nell’era dei social e delle trasmissioni tv sul cibo, a decine. Anche quelli che non sanno nulla di cucina possono trasformarsi in critici incontentabili, pronti a sfoderare la pistola del telefonino e della recensione. Noi andiamo avanti, il personale sa quello che fa ed è in grado di portare in tavola decine di piatti, buoni, in poco tempo. Quanto al futuro…». Ecco, appunto: il futuro? «Ho 69 anni ma, per ora, non mi fermo. Per me, il lavoro è motivo di vita». Figli che rilevino il ristorante? «Ne ho due ma non so se ci sarà un passaggio del testimone in famiglia. Uno è in un ramo completamente diverso. L’altro è attivo nella ristorazione, però lontano da qui, in Argentina. Ha partecipato, con la sua attività, a una puntata di “Little big Italy”, lo show televisivo dedicato ai ristoranti che portano la cucina italiana all’estero. E ha vinto». Dalla Grotta Azzurra al mondo.

Stefano Tosi