Salute - 18 dicembre 2023, 10:16

Oggi giornata di sciopero della sanità: garantiti solo i servizi essenziali. Preannunciati per gennaio altri due giorni di protesta

Si preannuncia un lunedì di disagi per gli utenti dei servizi sanitari italiani, a rischio migliaia di prestazioni non urgenti. Incrociano le braccia medici, veterinari e sanitari del Ssn: «I professionisti del settore sono i primi a subire gli effetti distorsivi di un sistema non più in grado di garantire l'accesso alle cure»

Si preannuncia un lunedì di disagi per i pazienti e gli utenti del Servizio Sanitario Nazionale: oggi, 18 dicembre, scioperano per 24 ore medici, veterinari e sanitari del Ssn.

Verranno garantiti solo i servizi essenziali mentre sono a rischio migliaia di prestazioni non urgenti. Lo sciopero nazionale è stato proclamato dai sindacari di categoria Aaroi-Emac, Fassid, Fvm-Federazione veterinari e medici e Cisl medici.

Altre sigle sindacali preannunciano altri due giorni di sciopero nel mese di gennaio 2024. 

In un comunicato congiunto Anaao Assomed, Cimo Fesmed e Nursing Up bocciano la Manovra economica del governo e sottolineano che «senza interventi strutturali è un dovere sociale continuare la mobilitazione con 48 ore di sciopero a gennaio». 

«La manovra economica per il 2024 è l’ennesimo schiaffo al Servizio sanitario pubblico e ai suoi professionisti e perché mortifica i principi della salvaguardia della sanità pubblica e del diritto alla tutela della salute che continuano a non essere tra le priorità di questo Paese, a prescindere dal colore e dall’appartenenza politica di chi lo governa» prosegue la nota firmata dai leader delle tre sigle Pierino Di Silverio, Guido Quici e Antonio De Palma. 

«Al netto dei rinnovi contrattuali in scadenza, ben al di sotto del tasso inflattivo, il vero finanziamento del SSN è di soli 800 milioni che saranno impegnati in interventi non strutturali, ma di “propaganda” per far credere ai cittadini l’impegno del Governo a risolvere l’annosa questione dei tempi di attesa. Noi professionisti siamo i primi a subire gli effetti distorsivi di un sistema non più in grado di garantire l’accesso alle cure ed è questo il motivo che siamo al fianco dei cittadini con il dovere civico di proseguire le nostre azioni di protesta nei prossimi mesi portandola, se necessario, anche in sede di Parlamento Europeo».

«I numeri della fuga di medici, dirigenti sanitari, infermieri ed ostetriche dalle corsie italiane in favore degli ospedali di altri paesi europei – denunciano i leader sindacali - sono sempre più allarmanti e la mancanza di una seria politica di investimenti nel sistema sanitario e nel suo capitale umano non lascia alcuna speranza per il futuro. Un’emorragia che avvicina il Ssn al baratro verso cui la politica lo sta spingendo da anni, con la differenza che ora non c’è più tempo per salvarlo. Siamo a un punto di non ritorno».

 

Redazione