Cultura - 26 novembre 2023, 19:01

Battaglie d'Occidente ovvero dell'animo umano con Stefano Chiodaroli

Inaugurata a Cassano Magnago la mostra che proseguirà fino al 17 dicembre

Stefano Chiodaroli con protagonisti e alcuni ospiti della mostra

Inaugurata oggi a Cassano Magnago la mostra "Battaglie d'Occidente"  di Stefano Chiodaroli, alla Fondazione Fgs di via Cinque Giornate. Un evento a cura di Francesco Memmi e Vera Paladino con il patrocinio del Comune di Cassano. 

L'esposizione sarà aperta fino al 17 dicembre: martedì, giovedì, sabato e domenica dalle 16 alle 19.30. Tra gli ospiti il consigliere comunale bustocco Alessandro Albani, amico e promotore di iniziative con Chiodaroli.

Battaglia d'Occidente ,con questi versi  - si ricorda - il portoghese Saramago descriveva l’eterna battaglia dell’animo umano, riconoscendo con lucidità la soluzione più semplice, ma anche più ardua, per combattere l’innata tendenza umana alla lotta contro l’altro.

La battaglia più difficile, che ci costringe ad affrontare l’avversario più temuto, è proprio contro noi stessi, perché possiamo abbattere le barriere e affrontare la guerra non contro gli altri, ma con gli altri.

Le iniziative della Fondazione FGS promuovono la dis-umanizzazione per scoprire la nostra più autentica umanità, come suggeriscono i versi della poesia. E incontrano lungo questo percorso un interlocutore attento alla potenza e alla capacità creativa delle battaglie interiori di ognuno di noi. Stefano Chiodaroli racconta, senza filtri linguistici o censure ideologiche, la propria lotta personale, in un generoso dono di libertà ed espressione del proprio essere, accettando la sfida di rivelare la propria umanità senza difese, senza barriere.

Definisce la sua pittura Chiod’art, ricorrendo a un gioco di parole con il proprio nome, che allude alla lotta paziente del chiodo che rompe i confini e le costrizioni sociali, che chiede alla libertà di espressione e alla potenza del sentire individuale di fluire in piena autenticità, incontrando la verità di sé stessi e dell’altro.

Il desiderio di non lasciarsi imbrigliare dalle convenzioni espressive o dai condizionamenti della tradizione pittorica, insieme alla passione per la storiografia, hanno portato l’artista a compensare i limiti della comicità per il grande pubblico con la schiettezza del disegno e della pittura. Lo sguardo pugnace e impietoso dei suoi monologhi si libera, così, nel segno grafico che fluisce con leggerezza pensosa sulla tela: contorni indefiniti, che tornano sui personaggi in lotta, colori che riempiono o svuotano la superficie, senza lasciarsi imbrigliare dalle redini che dovrebbero frenare cavalli insofferenti a qualsiasi costrizione.

Libertà che rifugge da qualsiasi eccesso di aggressività o durezza: anche nei volti più mostruosi e nelle baruffe più intricate il pennello mantiene la gentilezza della ricerca costante, come la goccia che torna ad accarezzare la materia e la modella con pazienza. E tutte le apparenti deviazioni dalla regola pittorica non sono errori, ma erranze che portano il pittore e l’osservatore a cercare la propria umanità da donare senza condizionamenti a chi sta imparando il coraggio della gentilezza nella più grande guerra con l’animo umano di cui tutti siamo protagonisti. L’arte può raccontarci la battaglia personale di chi accetta di mostrarci la propria esperienza, a partire dai miti e dalla letteratura antica, per immergersi nella storia del nostro mondo occidentale e trovare senso nel nostro presente. Ora tocca a noi. 

C. S.