Si è conclusa negli scorsi giorni la Campagna di prevenzione dell’ictus promossa dall’associazione Alto Milanese di Diagnostica Vascolare in collaborazione con il comune di Castellanza e i Lions Club Gorla Valle Olona, Busto Lombardia e Castellanza Malpensa.
A tirare le somme dell’iniziativa sono stati il sindaco Mirella Cerini, il direttore Generale di ASST Valle Olona Marino Dell’Acqua e il dottor Marco Locati, che hanno sottolineato come il bilancio da stilare non possa che essere positivo sotto ogni aspetto.
«Questa campagna – ha sottolineato la prima cittadina – ha coinvolto moltissime realtà del territorio e non solo, che hanno dimostrato ancora una volta come la capacità di fare rete rappresenti un vero valore aggiunto per tutta la comunità.
Gli organizzatori prevedevano che l’adesione allo screening arrivasse al massimo al 30%, ma, forse non troppo sorprendentemente, più del 45% dei castellanzesi tra i 60 e gli 80 anni hanno deciso di raccogliere il nostro invito e di partecipare a questa campagna di prevenzione».
Sono stati infatti circa 1.700 gli abitanti di Castellanza che si sono sottoposti all’esame ecografico per verificare se sussistessero le condizioni di insorgenza dell’ictus, e si può dire che questa scelta si è decisamente rivelata fomentale per alcuni di loro.
Se la maggior parte delle ecografie ha dato esito negativo, infatti, circa il 30% ha rivelato l’esistenza di stenosi lievi da monitorare nel tempo, mentre il 6% ha mostrato di soffrire di una condizione più severa, per la quale è necessaria un’ulteriore indagine diagnostica e un adeguato trattamento medico; per 8 castellanzesi, infine, la scelta di sottoporsi all’esame è stata importantissima, poiché è stata individuata una grave stenosi carotidea che, se non trattata, avrebbe potuto portare a conseguenze anche molto importanti.
«Devo ammettere che si è trattato di un percorso molto impegnativo – ha commentato il dottor Locati – più che altro per la massiccia e inaspettata adesione a cui ci siamo trovati a dover far fronte; ce l’abbiamo fatta, e siamo molto soddisfatti della buona riuscita della campagna, non solo per il fatto di aver individuato per tempo i casi in cui erano presenti delle criticità, ma anche per l’importanza che iniziative come questa hanno nell’ambito del quadro sanitario del nostro territorio».
Chi si sottopone a quest’esame con esito negativo, infatti, non necessita di ripeterlo se non dopo 5 o 6 anni, e questo permette ai medici di medicina generale di evitare di prescriverlo ai propri pazienti, consentendo così di snellire le liste d’attesa per le prestazioni del servizio sanitario.
Inoltre, grazie all’accordo, primo nel suo genere, stretto con ASST Valle Olona, i casi più gravi hanno potuto accedere in via preferenziale ai reparti ospedalieri, iniziando così al più presto le cure necessarie.
«Credo che questo tipo di campagne di prevenzione, unite alla conoscenza dei fattori di rischio e a un salutare stile di vita – ha sottolineato il dottor Marino Dell’Acqua – siano indispensabili per risolvere molti dei problemi della sanità.
Gli screening, infatti, ci permettono di evitare di compiere esami non indispensabili in pazienti sani, e, al contempo, di raggiungere in maniera mirata e tempestiva coloro che soffrono di patologie, permettendo agli ospedali di concentrare le forze laddove ve n’è veramente la necessità».