Spazio alla giustizia e ai cambiamenti in corso nell'intervento libero del consigliere comunale FdI Luca Folegani.
Sono giorni caldi anche nelle aule degli uffici giudiziari. Finalmente il ministro Nordio con la riforma della giustizia sta portando una ventata di garantismo nel processo penale. Saranno diverse le innovazioni trattate dalla riforma e, personalmente, tutte condivisibili.
A riguardo menziono il fatto che il pm non potrà più impugnare le sentenze di assoluzione ( a meno che non si tratti di reati particolarmente gravi), mentre sulla richiesta di custodia cautelare in carcere si dovrà pronunciare un giudice collegiale, in modo da consentire una tutela maggiore per chi si vede limitato nella sua libertà senza essere stato ancora condannato.
Peraltro prima della decisione l'indagato dovrà essere interrogato dal giudice, pena la nullità della misura. C'è però una tematica su cui vorrei mettere l'accento, ovvero l'autonomia e l' indipendenza della magistratura che costituiscono un pilastro della nostra democrazia, garantita dalla Costituzione, e principi inderogabili degni di essere ricordati da chiunque entri in un ufficio giudiziario. Proprio in virtù di tali principi il governo si sta adoperando per realizzare nei mesi a venire la separazione delle carriere, ponendo su due binari paralleli l'attività del pubblico ministero, l'accusa, e quella del giudicante, elemento imprescindibile per una giustizia garantista e democratica.
L'attuale contiguità tra il pubblico ministero e il giudice contraddice l’idea che l’attività della parte che accusa (Pm) debba restare distinta da quella di chi giudica. Essa crea uno spirito corporativo tra le due figure e compromette un sano e fisiologico antagonismo tra poteri, vero presidio di efficienza e di equilibrio del sistema democratico. Nelle grandi democrazie i Pm hanno carriere nettamente separate da quelle dei giudici poiché è impensabile che due magistrati che magari sono stati pm assieme si facciano carico dell'accusa e del giudizio. Concludo questo mio intervento ribadendo quindi che bisogna ristabilire un principio costituzionale che vede, in virtù dei predetti principi di indipendenza e autonomia, un giudice terzo a decidere se si è innocenti o colpevoli.
Faccio pertanto un plauso a quella che ad oggi è solo una proposta ma mira a realizzare a distanza di 80 anni quello che è un caposaldo della nostra costituzione.