Legnano - 20 giugno 2023, 07:30

“La vita nascosta del convento” in una mostra fotografica al “Barbara Melzi”

Mercoledì 21 giugno, l’istituto di Legnano inaugura un’esposizione originale di clic che ritrae “l’umanità” delle madri canossiane: suore e donne che stirano, cucinano, fanno la spesa. La mostra è stata realizzata dagli studenti che hanno partecipato a un corso di fotografia umanitaria

“La vita nascosta nel convento” è il titolo della mostra fotografica degli studenti del Barbara Melzi che sarà inaugurata mercoledì 21 giugno alle 18 nella Sala delle Colonne dell’istituto legnanese. Si tratta di un’esposizione originale che ritrae le madri canossiane nella loro umanità, impegnate nelle attività che normalmente non appaiono. Il ricavato all’associazione nata per ricordare il prof Niccolò Sartoni

Da qui il titolo HuNUNity, un gioco di parole tra “Humanity e Nun” rispettivamente umanità e suora in inglese. La mostra resta aperta fino al 30 giugno. Ma c’è di più. «Visitando la mostra – spiega il dirigente Flavio Merlo – sarà possibile sostenere l’associazione MeLa Gioco Onlus nata in memoria del prof Niccolò Sartoni per promuovere lo sport e la prevenzione medica, favorendo l’inclusione sociale e supportare il diritto allo studio».

Si vedranno immagini inedite che faranno immergere il pubblico nel mondo e nello stile dell’istituto Barbara Melzi che, tra l’altro il prossimo anno festeggerà i 250 anni della nascita della fondatrice dell’ordine Santa Maddalena. Da qui un altro obiettivo: «Raccontare la vita nascosta delle madri canossiane che da oltre 170 anni sono presenti a Legnano – prosegue - donne che hanno la loro vita, che stirano, cucinano che vanno a fare la spesa e al bar a bere un caffè. Inoltre va ricordato anche un corso di lingua inglese tenuto dal fotografo umanitario Ibrahim Malla, fotografo ufficiale della Croce Rossa che ha accompagnato una quindicina di ragazzi in un percorso finanziato dal Fondo sociale europeo con i Pon per scoprire la bellezza di dare un volto all’umanità di ciascuno di noi».

L. Vig.