Il Consiglio comunale di Gallarate, quello del 15 giugno 2023, sarà ricordato per diverse ragioni. La prima: una partecipazione che, di solito, si registra solo per l’insediamento dei neoeletti, all’indomani della tornata amministrativa. Ieri c’erano circa 200 persone ad assiepare l’aula, presenza significativa anche considerando i problemi tecnici che hanno funestato la riunione e la condivisione online della seduta.
Secondo, si è notato il generoso tentativo del neopresidente, Marco Colombo, volto a contenere l’emotività della platea nei confini previsti dalle regole che disciplinano l’assemblea civica, con tanto di appelli e blitz fra il pubblico. Terzo, due votazioni a tema sanità. Perché due erano le mozioni (emendate) sul Sant’Antonio Abate e sul futuro ospedale unico Busto/Gallarate. La discussione è stata tosta. Con la maggioranza che ha bocciato la mozione delle opposizioni (l’intera assemblea civica, centrodestra incluso, a novembre aveva votato sì a un testo pressoché identico) e l’astensione del centrosinistra, più Obiettivo Comune Gallarate, sulla mozione proposta da Luigi Galluppi (in maggioranza con Centro popolare – Popolo della famiglia – Rinascita della Dc).
Al netto degli emendamenti che hanno modificato lievemente o aggiunto argomenti ai due testi, si sono rilevati due dati politici. Il primo: Forza Italia ha votato a favore di entrambe le mozioni, quella appassionatamente illustrata da Galluppi e quella proveniente dalle minoranze. Segno di una volontà: superare le appartenenze politiche per costruire un fronte comune a difesa del Sant’Antonio Abate, fino all’avvento dell’ospedale unico (sobri e netti gli interventi della consigliera Belinda Simeoni, evocata la possibilità di nominare un commissario per arrivare al nuovo ospedale).
La seconda rilevazione riguarda l’astensione delle minoranze sulla mozione, sempre a tema ospedale, proposta dal consigliere Luigi Galluppi. Buona parte dei lavori si è svolta dando per scontato il voto contrario al documento di Pd, Città è vita, Lista Silvestrini e Obiettivo comune Gallarate. Che invece, ingaggiato un fiero confronto in aula, hanno optato, appunto, per l’astensione. «Non abbiamo santi né padroni – ha tuonato in aula Giovanni Pignataro, Pd – e vogliamo fare un gesto di sensibilità e amore per la città». Dalle fila della maggioranza sono arrivati interventi che hanno sottolineato divergenze tra le forze di opposizione: la contrarietà all’ospedale unico di Massimo Gnocchi (Ocg, fautore di un referendum a tema che coinvolga l’intero bacino afferente al Sant’Antonio Abate) e, a parere di Luca Sorrentino (Fdi), le titubanze interne alle opposizioni sull’opportunità di realizzare la nuova struttura.
Attacco rintuzzato da Giovanni Pignataro (Pd) che ha sottolineato come non ci sia, da parte del centrosinistra, contrarietà alla realizzazione dell’ospedale unico. Le perplessità, ha però evidenziato l’esponente Dem, riguardano l’area (Beata Giuliana, a Busto Arsizio) in cui dovrebbe sorgere la nuova struttura («…lì, ci si va a schiantare») e le risorse a disposizione («…350 milioni non servono neanche a iniziare»).
Fatto sta, la mozione Galluppi è passata con voti favorevoli della maggioranza e l’astensione delle opposizioni. Ora gli impegnativi temi proposti (fra l’altro, la richiesta di un puntuale aggiornamento/monitoraggio sull’iter per arrivare al nuovo ospedale) non sono più auspici di una parte politica ma richiesta della città.