Ieri... oggi, è già domani - 10 giugno 2023, 06:00

"genti dàa vegia Busti" - persone della …. vecchia Busto

C'è un attimo di melanconia, nell'osservare come il tempo incide sulla "trasparenza" delle Persone

C'è un attimo di melanconia, nell'osservare come il tempo incide sulla "trasparenza" delle Persone. Un conto è trovarsi a tu per tu con un familiare che percorre la vita negli anni e un altro conto è trovarsi di fronte a Persone (più o meno) non più autonome che abbracciano la vecchiaia nei modi diversi, magari trovati per la prima volta. A "la Provvidenza" di Busto Arsizio, nell'apposita sala delle riunioni, ci accoglie il Presidente, Cav. Romeo Mazzucchelli, per una "Conferenza" dedicata ai "nonnini" dell'Istituto.

Dobbiamo parlare loro di "Giusepèn e Maria", il libro dedicato al "Dialetto Bustocco da strada".in Libreria da una settimana. Sponsor sensibili all'iniziativa hanno sottoscritto un congruo numero di copie da regalare sia ai "nonnini" degenti presso l'Istituto sia al Personale che lì lavora.

Dopo la Presentazione del Presidente, l'accoglienza dei "nonnini" è basata (più che altro) sulla curiosità. Come a dire: "che ci fa costui fra noi? per giunta, parlarci di un libro? e per quale scopo?" L'incredulità è palese e si comincia con una dichiarazione sommaria: "non dite che il libro è gratuito, ma apprezzate l'impegno degli Sponsor che si sono accollati l'intero onere". Presso la Libreria Boragno via Milano 4 Busto Arsizio, il libro è in vendita!

E veniamo subito allo "scopo"; al perché si è voluto (fortemente voluto), portare un sorriso per dire grazie "àa genti dàa vegia Busti!" (ai "nonnini" appunto, "persone della vecchia Busto Arsizio") per i sacrifici compiuti, per il benessere che ci hanno donato, per i valori morali che ci hanno insegnato, per l'Educazione che ci hanno talvolta imposto.

Detto così, ci sembra riduttivo parlare di "Giusepèn e Maria": invitare però Figli e Nipoti a leggere ai "nonnini" la loro "parlata" e soprattutto rievocare lo stile di vita che li hanno visti protagonisti, significa andare oltre al Dialetto Bustocco da strada che non si insegna in alcun posto, ma lo si legge su pochissimi libri e proviene da una "parlata" vissuta e interpretata nella terra natia.

Si è cominciato con gli esempi: vecchie frasi pronunciate dai nostri "nonnini". Frasi che racchiudevano stati d'animo, modi di dire, espressioni a volte fantastiche che a volte cozzavano con la traduzione lessicale. Dire ad esempio "va ca ta mazu" che tradotto in italiano significa "attento che ti ammazzo", non significa affatto che chi pronuncia la frase, voglia commettere un assassinio, ma è semplicemente "attento, non continuare a commettere stupide azioni".

Oppure "suguta non a cinquantagala su" (non continuare con questo tono) voleva significare "smettila, non andare oltre, stai esagerando; quindi piantala" e di far cosa? ovvio, di dire corbellerie. Anche col "tia'à co'l co" (tira a casa la testa) non vuole dire che la "testa" era altrove e adesso è il momenti di ricondurla nel proprio alveo. "Tia'à co'l co" è semplicemente "medita bene prima di parlare e prima di profferir parola, fa attenzione a quel che dici"

Come si vede, questo Dialetto Bustocco da strada, oggi non si usa più (salvo pochi appassionati che non vogliono dimenticare le proprie radici), ma il BENE che fa nel raccontare, LEGGERE ai nostri "nonnini" le loro gesta, va oltre ogni immaginazione. C'è poi un'altra frase che ha riscosso grande successo nei nostri nonnini: "can sberloei àa buca sem dèi" che nella traduzione fa "quante sberle alla bocca ci siamo dati", ma nessuno s'è sognato di autopunirsi con sberle in faccia, ma significa solamente "sacrifici sacrifici sacrifici" che hanno trascurato le leccornie o i lussi, ma si sono compiuti per donare benessere in casa e far imparare il risparmio.

Ora, i visi sono tutti ilari. Ciascuno dei "nonnini" porta il proprio esempio, la discussione si fa dialogo, i Figli e i Nipoti che accompagnano i "nonnini" collaborano a tutto spiano. "Giusepèn e Maria" si apre alla lettura. I "nonnini" vogliono sapere e chi li accompagna, vogliono scoprire qual era lo stile di vita dei propri genitori o dei propri nonni.

Nessuno che dice "taiala su" (finiscila, smettila) come avevo invitato i nonnini di dire , nel caso li avessi annoiati …. quindi, in chiusura, lo dico da me. E in quel momento, senza un invito palese è scrosciato stupendo un corposo applauso che ci ha rallegrato il cuore. "Giusepèn e Maria" piace: leggetelo!

Gianluigi Marcora