Territorio - 20 maggio 2023, 21:15

FOTO VIDEO. Bagnati e felici: grande pubblico e festa incontenibile. «Cassano Magnago ha vinto la sua tappa»

Tifosi, curiosi e famiglie hanno sfidato acqua e freddo, a tratti con i piedi nel fango. Convinzione: «Se passa il Giro, non puoi non andare a vederlo»

La nuova maglia rosa, Nico denz, sul podio di Cassano - Foto Roberto Regazzoni

Cassano Magnago ha vinto la sua tappa. La 14esima frazione della corsa rosa 2023 ha confermato l’attrattività del Giro d’Italia. La città di Ivan Basso e Wladimiro Panizza ha dimostrato di sapere essere all’altezza. Prima del grande evento, Comitato tappa e Amministrazione comunale ostentavano ottimismo sul risultato finale. Nonostante un’edizione della corsa segnata dal maltempo, nonostante le polemiche del 19 maggio, con la Borgofranco d’Ivrea – Crans Montana “mutilata”. E il pubblico ha risposto forte e chiaro (FOTO IN FONDO).

Spettatori e tifosi hanno affollato tutto il tratto cittadino del percorso, concentrandosi soprattutto, oltre che in corrispondenza del traguardo, nei pressi della curva che da via IV Novembre porta in via Aldo Moro. Il primo boato è esploso ben prima che i fuggitivi sfrecciassero davanti a occhi e telefoni: mancavano circa cinque chilometri all’arrivo, sul maxischermo montato subito prima di via Marconi la diretta ha lasciato spazio alle immagini di luoghi d’interesse storico e artistico del territorio. Ecco Villa Oliva, la chiesa di Sant’Anna, di lì a poco sfiorata dalla corsa, ecco piazza San Giulio con la statua di Giovanni Paolo II. Emozioni palpabili, fischi, grida. Anche se buona parte dei presenti non era costituita da cassanesi, complice il fatto che, con la tappa odierna, il Giro ha fatto il suo esordio in Lombardia, fra l’altro per rimanerci brevemente.

Per la seconda parte del video, si ringraziano l'operatore Alessandro Arcari e il supporto tecnico di Andrea Cavelli

 Il pubblico, eterogeneo, ha sfidato freddo e pioggia. Erano appassionati, curiosi, famiglie. E bambini, imbacuccati ma per nulla intimoriti dal meteo. Da un drappello di 30enni o quasi: «Sì, siamo di Cassano. E di Busto. Tra noi c’è chi segue il ciclismo e chi no. Ma se il Giro passa, non puoi non andare a vederlo». Dello stesso tenore le parole di qualche gallaratese, un po’ più in là con gli anni, figli adolescenti al seguito. Ma gironzolando tra la folla si riconoscevano inflessioni piemontesi, venete, toscane, romane.

Dal gazebo Avis, i volontari, accanto ai “colleghi” di Admo, dopo settimane di impegno pancia a terra per portare la cultura del dono agli amanti dello sport e ai tifosi del ciclismo, un’esperienza faticosa e invidiabile maturata sul percorso di avvicinamento alla tappa, riassumevano: «Per Cassano questo è stato un evento incredibile. La città lo aspettava da tanto tempo. Abbiamo incontrato un numero difficilmente calcolabile di persone, oggi e nei giorni scorsi. Al netto di qualche polemica social sulle asfaltature, la percezione che abbiamo è quella di un apprezzamento generalizzato, la gente voleva questa festa».

I tifosi delle due ruote ricorderanno la vittoria di Niko Denz e il passaggio, inaspettato, della maglia rosa da Geraint Thomas a Bruno Armirail. Nella storia di Cassano resterà impressa la prima volta che la città si è colorata di rosa per accogliere il Giro.

Stefano Tosi