Uno sguardo al passato fa mai male. Serve per osservare il decorso del tempo. Non solo. Serve a conoscere "come eravamo", come siamo e (forse) come saremo. Mi trovo di fronte a un'espressione mai sentita prima. E ne discuto con Giusepèn. Si tratta di "sècca-perdè" e l'ho letta su un libro di Carlo Azimonti "mostro sacro" del Dialetto Bustocco, di un'epoca remota.
Già il "seccare" non vuole dire unicamente "rendere secco, privare dell'umidità" oppure "vuotare dell'acqua, prosciugare" come si fa con un pozzo, una sorgente. Ma pure "esaurire, svigorire" anche "importunare, infastidire, annoiare" (ci secca con continue telefonate) - tutto ciò, quale verbo transitivo. Poi c'è il "diventare secco" (i fiori recisi, seccano dopo pochi giorni) oppure "far seccare la verdura al sole) che fa parte del verbo transitivo.
C'è poi il seccare quale verbo intransitivo - pronome, come il "diventare secco, perdere l'umidità, prosciugarsi" (se continui a parlare ti si seccherà la gola) - (la ferita si secca - si essicca, si rimargina) - "annoiarsi, infastidirsi, stancarsi" - come si evince, quel "sècca" possiede una vasta eco di riscontri, a volte difficile da collocare. Giusepèn sa qual è la "strada giusta".
E siamo al "perdè" che Giusepèn sa subito come definirlo e me lo suggerisce subito. Conosco il significato, ma lungi da me togliere a Giusepèn il desiderio di spiegazione. Il "perdè" nel linguaggio spicciolo della Lingua Bustocca è: per le Persone, è la parte posteriore del corpo su cui ci si siede (battere il sedere per terra) - (prendere qualcuno a calci nel sedere) - culo, deretano, didietro e altri sostantivi maschili - per gli Animali, il perdè è l'orifizio… defecatore
Scritto tutto ciò, siamo finalmente al "sècca-perdè" che chiunque può ben collocare nella posizione corretta scegliendo le varie spiegazioni.
Giusepèn ne individua una ben precisa. Per lui, il "sècca-perdè" è colui che infastidisce allo spasimo, sino a condurre chi lo ascolta, ad esasperazione. Detto prosaicamente (tanto per usare un termine "moderno"), un rompi-coglioni, un caga-cazzi, che nemmeno esiste nel Dialetto Bustocco da strada, ma è per arrivare al giusto significato del "sècca-perdè". Arrivare a "prosciugare" lo sfintere deve essere una tortura micidiale; quindi, (e lo rimarca Giusepèn) "anca nogn, taiemala su" (piantiamola, non andiamo oltre) e ringraziamo Carlo Azimonti per avere "resuscitato" un termine che va oltre l'etimologia del suo significato.
Nota finale: ho attinto talune spiegazioni dallo Zingarelli e ne ho riportato i vari significati per rendere Giustizia al ….Dialetto Bustocco da strada.