È un impegno senza sosta quello dell’associazione nazionale Famiglie Caduti e Dispersi in guerra. Nel nostro territorio, Sergio Ferrario, insieme ad altri referenti e associati, è impegnato in prima persona nel tenere vivo il ricordo di chi morì sui campi di battaglia: quasi trent’anni fa diventò presidente della sezione di Busto Arsizio, per poi assumere la guida anche del comitato provinciale di Varese e di quello regionale lombardo.
Tantissime le commemorazioni promosse nel corso degli anni. Uno sforzo che non si è arrestato nemmeno nel periodo più difficile della pandemia, durante il quale l’associazione si è concentrata sulla manutenzione di lapidi e monumenti.
Un’attività che richiede sforzi organizzativi ed economici non di poco conto, osserva Ferrario, affiancato da Rocco Anania, presidente della sezione di Castellanza, capofila dei Comuni della Valle Olona. Il vicepresidente provinciale è Antonio Cattaneo.
«Oltre la metà dei comitati provinciali, a livello nazionale, oggi non c’è più – rivela Ferrario –. È il caso, ad esempio, di Sondrio e Mantova».
E, scorrendo nella mente gli anni di nascita dei presidenti di diverse sezioni, fa notare come molti non siano più dei giovanotti. «Per questo è importante lasciare un segno che rimanga nel tempo», osserva.
È questo l’impegno di Ferrario dal 1994, quando riaprì la sezione di Busto – che oggi ha sede in via Ferrer – per poi dare vita insieme ad altri orfani di guerra a quelle di Castellanza, Tradate, Fagnano Olona. «Ci siamo detti: facciamo qualcosa per ricordare i caduti», racconta. Ed è così che per tenere vivi i valori che portarono molti padri, figli, mariti a morire sui campi di battaglia per un’Italia libera, giusta e democratica, ogni anni l’associazione sviluppa tante iniziative.
Da monumenti e lapidi ristrutturati alle targhe commemorative: a Castellanza, Saronno, Cislago, Peveranza, Belforte. Sono tantissimi i “segni” lasciati anche di recente sul territorio. «A Borsano c’è una stele a ricordo delle mamme e vedove di guerra – spiega Ferrario –. Io le chiamo “militari senza stellette”, perché loro, quando le guerre finirono, dovettero combattere la mancanza di mezzi economici, la solitudine, talvolta le dicerie».
Il calendario degli appuntamenti di quest’anno è già stato stilato: dopo i momenti commemorativi con le sante messe al Villaggio del Fanciullo di Vergiate e al cimitero di Belforte (dove grazie al comitato provinciale è stato inaugurato un nuovo impianto di illuminazione nella cappella ai Caduti), il 23 aprile verrà celebrata la Giornata del Ricordo a Marnate. Cortei e momenti d’incontro sono previsti anche ad Angera, Varese, Massina di Cislago, Busto.
«Fa piacere vedere che a questi momenti commemorativi partecipano sempre sindaci, rappresentanti delle istituzioni, associazioni combattentistiche e d’arma – osserva il presidente –. Lo scorso anno, ad Angera era presente anche il prefetto Salvatore Pasquariello».
Ma l’associazione, che in provincia di Varese conta 634 soci, non dimentica la solidarietà. Diverse le iniziative anche in questo senso: dal defibrillatore donato al Comune di Busto alla raccolta fondi a sostegno della lotta al Covid alla donazione per i profughi ucraini: «Dopo tanti anni di pace, non avremmo mai pensato che l'Europa potesse tornare a essere teatro di guerra», si addolora Ferrario.