«La situazione dei medici di base è insopportabile, vogliamo soluzioni concrete efficaci! È uno scempio, una presa in giro della gente costretta a subire una situazione assurda che non tiene in considerazione le esigenze dei bisognosi di cure, soprattutto dei più deboli».
Queste le parole con cui Alberto Dell’Acqua, Segretario del Pd castellanzese, torna ancora una volta a parlare a nome dei tantissimi concittadini che in questo momento sono privi di un medico di riferimento.
A scatenare l’indignazione dei tantissimi pazienti costretti dalle circostanze a frequentare l’ambulatorio temporaneo allestito in via Roma da qualche settimana è in particolare l’iter previsto per la richiesta delle ricette necessarie per acquistare i farmaci salvavita.
«La scatola di cartone appoggiata su una sedia all'entrata della sede temporanea USCA in via Roma – sottolinea Dell’acqua – è posizionata in un luogo totalmente incustodito.
Al suo interno i cittadini bisognosi di supporto medico devono inserire una richiesta unitamente ai propri dati personali, obbligatoriamente comprensivi delle copie di diversi documenti correlati, per avere le proprie prescrizioni».
Una soluzione che, secondo il rappresentante del Pd, non solo mette a serio rischio la privacy dei malati, ma causa difficoltà a quanti non possiedono gli strumenti necessari per realizzare in casa le copie dei propri documenti.
Questo fatto, unito alla necessità di attendere ben 72 ore lavorative per avere la ricetta, sicuramente sta causando importanti disagi a moltissimi castellanzesi che in caso ci sia di mezzo il fine settimana si ritrovano a dover attendere anche sino a quattro o cinque giorni per ottenere le proprie ricette.
«Ci vogliono almeno tre giorni per avere ricette e risposte, con tutto quello che ciò comporta per chi è più in difficoltà, soprattutto anziani e fragili – prosegue Dell’Acqua – perché i medici della struttura di via Roma non hanno a disposizione il programma per poter accedere col computer al fascicolo sanitario elettronico degli assistiti, verificare il loro stato e semplificare e velocizzare il proprio lavoro».
Una serie di limitazioni che, complice anche l’altissimo numero di castellanzesi rimasti senza medico di base, sta causando numerosi disservizi, secondo il Pd.
«L’ambulatorio temporaneo non sta funzionando – spiega il segretario – creando più problemi di quelli che riesce a risolvere, anche perché i numeri di telefono indicati sulle schede informative suonano quasi sempre a vuoto, costringendo così chi ha bisogno a lunghe infruttuose attese e spesso all’obbligo di uscire di casa e recarsi direttamente in loco».
Una soluzione, almeno temporanea, potrebbe essere ritrovata, raccontano gli esponenti del partito democratico, nella disponibilità manifestata da alcuni medici in pensione di «dare un servizio volontaristico che, seppur ridotto, sarebbe di una immensa utilità, in un momento così critico; certo, ci sarebbero alcuni aspetti problematici da affrontare, come quella dell’assicurazione necessaria per poter visitare, ma siamo certi che anche queste situazioni potrebbero essere risolte.
Purtroppo siamo venuti a conoscenza che non sono stati contattati, e che la scelta è stata quella di rinunciare incomprensibilmente anche a questa piccola ma importante risorsa che avrebbe potuto contribuire a migliorare la situazione».
Una situazione ormai sempre più insostenibile, che sta portando moltissimi all’esasperazione e che rischia di avere conseguenze anche gravissime; i più fragili e gli anziani, infatti, potrebbero facilmente arrivare a decidere di rinunciare alle cure pur di non affrontare questi disagi.
Una cosa è certa, il malumore in città sta aumentando e la raccolta firme promossa proprio dal Pd per chiedere agli enti di trovare una soluzione al problema ha in pochi giorni raggiunto le 300 unità.
«A questo punto – rimarca Alberto Dell’Acqua – volgiamo rivolgerci direttamente a chi dovrebbe risolvere questi problemi: al direttore generale di ATS Insubria, Lucas Maria Gutierrez, al Direttore del Dipartimento delle Cure Primarie ATS Dott.sa Maria Cristina della Rosa, al direttore generale di ASST Valle Olona, Dr. Eugenio Porfido, al Direttore del distretto di Busto Arsizio dott.sa Antonella Scampini e al Direttore Socio Sanitario di Busto Dr. Marino Dell’Acqua, perché ci sono oltre cinquemila persone solo a Castellanza che reclamano delle risposte dalle istituzioni sanitarie, per vedere il proprio diritto alla salute tutelato e rispettato.
A nome di tutte loro chiediamo, anzi pretendiamo da oggi il massimo impegno per ridurre questa ormai costante, penosa, esagerata sofferenza».
Anche il consigliere uscente del Pd Samuele Astuti ha voluto intervenire su questa importante questione, spiegando come da tempo siano state proposte soluzioni per arginare il problema, almeno in parte.