Politica - 12 gennaio 2023, 18:04

Interrogazione di Pellicini: «Il governo ha intrapreso negoziati con la Svizzera sul telelavoro dei frontalieri?»

Il deputato varesino di Fratelli d’Italia auspica che Italia e Svizzera regolino con urgenza la materia del lavoro da remoto dei lavoratori frontalieri in modo durevole. L'accordo amichevole del 2020 tra i due paesi scade il prossimo 31 gennaio

Il deputato varesino di Fratelli d’Italia Andrea Pellicini ha presentato un’interrogazione parlamentare in tema di lavoro da remoto dei lavoratori frontalieri.
Il tema è attualissimo, in quanto l'accordo amichevole del 2020 tra Italia e Svizzera andrà a scadere il prossimo 31 gennaio.

Con l’interrogazione al ministro Giancarlo Giorgetti, a sua volta varesino, si domanda che Italia e Svizzera regolino con urgenza la materia del lavoro da remoto dei lavoratori frontalieri in modo durevole.
Pellicini con questa interrogazione appoggia le istanze già avanzate da Regio Insubrica e dal presidente dei Comuni di Frontiera Massimo Mastromarino.

Il testo dell'interrogazione

 

Al Ministro dell’Economia e Finanze - Per sapere - premesso che:

-Italia e Svizzera nel giugno del 2020 hanno siglato un accordo amichevole sul telelavoro per regolarizzare tutti quei lavoratori frontalieri che, a causa delle misure di contrasto alla pandemia, avrebbero svolto lavoro a distanza dal proprio domicilio;

-Il 22 luglio dello scorso anno, le autorità competenti hanno annunciato la proroga dell’applicazione dell’accordo amichevole del giugno 2020;

-in data 22 dicembre 2002, le medesime autorità hanno però stabilito che il suddetto accordo amichevole rimarrà in vigore sino al 31 gennaio 2023, con la conseguenza che dal 1° febbraio 2023 l’accordo cesserà ogni effetto;

- l’attuale quadro normativo imposto dalla Convenzione del 1974 tra la Svizzera e l'Italia relativo all'imposizione dei lavoratori frontalieri e alla compensazione finanziaria a favore dei Comuni italiani di confine prevede l’imposizione fiscale esclusiva nello Stato nel quale l’attività lavorativa è svolta;

-laddove vi fosse imposizione in Italia, ciò si tradurrebbe nella decadenza dello statuto di frontaliere e conseguentemente nella cessazione del ristorno fiscale;

-vi è dunque l’interesse nel regolamentare in modo durevole il tema del lavoro da remoto, favorendone un utilizzo strutturato e ragionevole che non vada a scapito delle regioni di frontiera coinvolte e permetta ai lavoratori e alle imprese di continuare le loro attività, anche da remoto, senza sconvolgimenti dal punto di vista dell’imposizione fiscale e degli oneri sociali;

-questo obiettivo è particolarmente rilevante in una regione come quella insubrica che soffre pesantemente il traffico motorizzato con il conseguente inquinamento ambientale e che ha sino ad ora beneficiato di un utilizzo intelligente e flessibile del lavoro a distanza;

-l’Unione Europea ha prorogato fino al 30 giugno 2023 l’applicazione flessibile delle regole europee sulla legislazione applicabile in materia di assicurazioni sociali per i lavoratori frontalieri in telelavoro. Nella fattispecie, oltre la soglia del 25% del tempo di lavoro effettuato a distanza, scatta la competenza dello Stato di residenza sui contributi versati dal datore di lavoro e dai collaboratori dell’impresa;

-è quindi importante che le regole fiscali siano perlomeno parificate a quelle previdenziali;

-la recente comunicazione di disdetta dell’accordo amichevole è pertanto fonte di grande preoccupazione per imprese e lavoratori, nonché per i Comuni di frontiera;

- tutto ciò premesso, si chiede di conoscere se il Governo abbia intrapreso o intenda intraprendere negoziati con il Governo Svizzero volti a disciplinare in modo durevole il ricorso al telelavoro da parte dei lavoratori frontalieri, come richiesto recentemente anche dalla Comunità di lavoro Regio Insubrica.

Andrea Pellicini

Redazione