Busto Arsizio - 31 dicembre 2022, 19:30

IL TE DEUM A BUSTO. «Pace nel cuore, nelle chiese, nelle famiglie. E lavoro dignitoso senza che manchi l'assistenza sociale»

VIDEO. Don Severino Pagani chiede investimenti più strutturati e cospicui per aiutare chi è in difficoltà: «Siamo usciti dalla fragilità e della paura del Covid, ma molti eventi di questo anno ci hanno condotto ad un certo spaesamento, ad una certa confusione interiore». IN ALLEGATO L'OMELIA

«Un anno di grazia, ma non un anno facile. Per alcuni aspetti è stato un anno con avvenimenti non previsti. Siamo usciti dalla fragilità e della paura del Covid, ma molti eventi di questo anno ci hanno condotto ad un certo spaesamento, ad una certa confusione interiore, una dispersione dell’anima». Nelle parole del prevosto don Severino Pagani durante l'omelia del Te Deum nella basilica di San Giovanni a Busto Arsizio, riecheggia quell'atmosfera che tanti percepiscono. Ma non può che esserci anche il guardare oltre. Da qui infatti, «nasce il bisogno di invocare un nuovo assetto della vita e una più solida stabilità. Abbiamo il cuore inquieto abbiamo bisogno del balsamo della pace, ad ogni livello, in ogni situazione, in ogni cuore».

Nella giornata segnata dalla scomparsa del Papa emerito, il pensiero dei fedeli non può che andare a lui. LEGGI QUI Il congedo da una figura come papa Benedetto XVI avviene però al termine di un anno pesantemente segnato dalla guerra. 

«Signore Gesù, volgi ancora il tuo sguardo buono verso di noi, sulle nostre comunità, sulla nostra città e sul mondo intero. Donaci la pace. Questa è la preghiera di stasera. Grazie Signore per il dono della vita ora donaci un po’ di pace» chiede don Pagani. È la pace nel cuore, quella che invoca il prevosto, nelle chiese, nelle famiglie, nei rapporti più prossimi. Ma è anche la pace sociale, quella che va ugualmente costruita.  

Parte dalla sua componente educativa: «Auspichiamo il ritorno di quella che è la buona educazione, il parlare mite e sincero che favorisce una predisposizione all’altro con animo buono e conciliante. Sentiamo la necessità di un più grande senso di responsabilità nei pensieri e nei comportamenti». E una  componente economica, la quale si fonda innanzitutto sulla dignità del lavoro: «L’offerta e la possibilità di un lavoro dignitoso vengono prima dell’assistenza sociale, la quale però non può né mancare, né essere indebolita. Se da un lato siamo qui e ringraziare il Signore per tutti coloro che nella comunità cristiana e nella nostra città si dedicano nell’istituzioni e nel volontario alla promozione del lavoro e alla cura di coloro che sono in difficoltà, dall’altro auspichiamo davvero che ci siano investimenti più cospicui e più strutturati, perché la nostra città abbia una assistenza sociale più organizzata e più lungimirante, idonea alle sue necessità, alle sue dimensioni e al suo territorio». E infine la dimensione politica: «Si fonda sulla verità delle parole e sulla coerenza dei comportamenti».   

E naturalmente il pensiero torna alla «grande pace del mondo», quella devastata dalla guerra, quella di fronte alla quale si assiste anche «all'inefficienza delle diplomazie e agli egoismi di Stato». Non senza una riflessione dolorosa che corre ad altre immagini di questi giorni, come in Iran: «Soffriamo per la mancanza di libertà che mortifica le donne nella loro dignità e nei loro diritti».

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Marilena Lualdi