Busto Arsizio - 29 dicembre 2022, 15:00

VIDEO. Il commercio a Busto tiene duro. Troppi cambiamenti nei bar, crescono le stanze in affitto

Il 2022 si chiude con un timido più grazie agli sforzi dei negozi e alla rete con il Comune. Natale in linea con lo scorso anno, già abbastanza positivo, ma risuona l'allarme sugli immobili abbandonati che non consentono di ospitare nuove attività. Primi riscontri favorevoli all'Sos sulle strutture ricettive in città

La presentazione dei dati oggi a Palazzo Gilardoni

Un anno in cui il commercio bustocco ha tenuto, con qualche "più" da definire così con cautela nel secondo semestre: un saldo positivo di 68 fra nuove attività e subentri, riferiscono i dati parziali oggi presentati da Comune e commercianti.

Il Natale a Busto Arsizio ha pure confermato la capacità, e soprattutto la volontà, di difendere i risultati e c’è anche un lieve risveglio sul fronte delle attività ricettive, di cui si avverte un gran bisogno in città. Soffrono invece i laboratori artigianali alimentari e il commercio al dettaglio di vicinato misto, giù il commercio solo online passata la tempesta Covid.

I dati e le speranze

«Ci sono state 206 nuove aperture,179 cessazioni, due sospensioni e 42 subentri» ha precisato la vicesindaco Manuela Maffioli. Accanto a lei per gli uffici comunali l’architetto Monica Brambilla con Isabella Capretti e Francesca Sciarrone. Dal primo gennaio alla fine 2022 sono state trattate 1.462 pratiche. «Mi piace sottolineare che uno dei settori che registrano maggiore incremento è quello della ricettività – conferma Maffioli - Non si tratta di veri bed and breakfast, ma famiglie che hanno messo a profitto la famosa stanza in più, come abbiamo incoraggiato a fare. La vivacità culturale, come diciamo da un paio d’anni, sta portando a un incoming maggiore grazie anche a una legge regionale che invita alla messa a profitto degli spazi in più».

Analizzare i dati del commercio significa anche  monitorare ciò che avviene nelle varie zone, all’interno del centro, poi nelle varie vie, per attivare politiche mirate: «Ultimo caso è quello in termini di arredo urbano per Borsano e Sacconago: non scelti a caso, ma essendo stati in passato Comuni, i loro centri storici sono riconosciuti come tali della città ha detto la vicesindaco.

Rudy Collini, presidente di Confcommercio, ha rimarcato il grande l’impegno che c’è dietro questo risultato, «arrivare a fine dell’anno con un Natale andato abbastanza bene,  numeri che hanno tenuto, non si può parlare di positività eccessiva, ma è importante».  Un turnover consistente ha toccato i bar - «tante cessazioni, tanti subentri» - , troppo spesso aperti senza la necessaria preparazione: «Bisogna fare formazione, non è un lavoro semplice». Adesso dal 2023 c’è tutto il discorso del bando che tocca il centro per dare nuovo ossigeno, sempre tenendo presente la speranza che ciò possa investire anche l'immobile dell'ex cinema Oscar, su cui il Comune ha già avviato un confronto. LEGGI QUI

«Bisogna fare rete e stringere i denti – ha detto Sarah Leoni, vicepresidente del Comitato commercianti centro cittadino – Dobbiamo chiederci cosa possiamo fare per aumentare la ricettività del centro, commercio è anche sicurezza». 

I volti del Natale

Spostandosi da centro a periferie, ci sono problemi che comunque uniscono. A Sacconago  - ha fatto presente Stefano Moretti – «non c’è un bar in pieno centro storico  ad esempio, tanti che vengono nei nostri negozi ci chiedono dove possono bere caffè… ma ci sono troppi immobili abbandonati, bisogna intervenire sui proprietari che non vogliono affittare e sistemare».

C’è il regolamento del decoro, scritto a quattro mani con l’assessore Giorgio Mariani, ha ricordato la vicesindaco, «poi contano gli esempi, le buone pratiche». Punto su cui ha dato ulteriori delucidazioni l’architetto Brambilla. «Bisogna spingere sul guadagno – ha suggerito il consigliere delegato al commercio Paolo Geminiani – per favorire una ristrutturazione, un minor degrado».

Intanto, il Natale ha scaldato abbastanza l’andamento degli affari, se non sempre i cuori. «Si stanno tenendo le linee del 2021, – ha detto Collini – anno andato tutto sommato abbastanza bene».  

Maffioli ha eseguito un monitoraggio sul campo in questi giorni, che ribadisce questa sensazione: chi è andato meno bene a dicembre, si era un po’ animato a novembre. Soprattutto, rivendica clientela caratterizzata da forte fedeltà, «che ha premiato la qualità». Male invece settembre e ottobre per l’abbigliamento, complici caldo e caro bollette. Secondo lo storico commerciante Bruno Ceccuzzi, «i dati sono positivi, ma mi è mancata l’atmosfera natalizia tra le persone. La spensieratezza».Da mettere in conto con la situazione attuale, tra il dramma della guerra, i residui del periodo Covid e il costo dell’energia appunto. Magari si sono acquistati più oggetti di minore valore, facendo comunque quadrare abbastanza i conti. 

 

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Marilena Lualdi