«È stata una bellissima distribuzione, il nostro è stato un lavoro importante e soddisfacente, siamo riusciti a consegnare più di 250 pasti. In un mondo dove si è sempre più wireless, i nostri ragazzi sono stati dei bellissimi fili che hanno unito chi ha donato cibo (e speranza) a chi purtroppo la speranza l'ha perduta. Speranza di un futuro migliore quando guerra, fame e crisi entrano sempre più nelle nostro presente».
Riassumono in questi termini Matteo Vago e Vito Russo, tra i referenti dell’iniziativa “Diamoci una mano”, i risultati dell’ottava raccolta benefica. Un’edizione speciale, vissuta, fra l’altro, nel ricordo di Marco Finocchiaro, già coinvolto nella campagna e improvvisamente scomparso a settembre, durante una vacanza.
«La grande quantità di cibo che ci è stata generosamente donata – precisano i due - è stata trasferita all'oratorio San Luigi, parrocchia di San Giovanni, e da lì ha seguito due strade distinte. Il cibo già pronto è stato preparato nella nostra cucina e distribuito in vaschette alle persone senza fissa dimora che frequentano la stazione di Busto Arsizio. Il cibo inscatolato, invece, è stato impacchettato e donato alle famiglie bisognose segnalateci da alcuni enti caritatevoli della città».
La generosità, del resto, non si è fermata nemmeno dopo Natale: «Le donazioni sono proseguite anche in questi giorni: c'è chi ci ha portato del cibo, chi delle brioche calde, mentre il laboratorio di una multinazionale farmaceutica ha voluto omaggiarci con guanti di plastica».
Ringraziamenti finali «…a don Matteo Resteghini, dell'oratorio San Luigi, per averci messo a disposizione la struttura e la cucina, don Paolo Boldrini, dell'oratorio di Sacconago, gli amici Luciana e Roberto che ci hanno offerto uno spazio per lo stoccaggio, la dottoressa Maria Cristina Fossati, tutte le persone di buon cuore che hanno voluto aiutarci portandoci qualcosa. E naturalmente i nostri volontari, "cuori grandi" che hanno trasformato questo Natale in una festa davvero per tutti».