Legnano - 24 dicembre 2022, 09:31

«Rivorrei la mia serenità»: il racconto di Giuseppe Morgante sfregiato dall’acido

Giuseppe Morgante, aggredito con l’acido nel 2019, racconta come sta affrontando paure e ansie. Un percorso di cure - non solo fisiche - per tornare se stesso...

Un difficile cammino verso la serenità e la tranquillità è quello che sta affrontando Giuseppe Morgante, aggredito nel 2019 con l’acido da una conoscente. Un colpo non solo alla sua incolumità fisica ma anche alla “parte interiore”. Oggi, Giuseppe Morgante racconta la sua sfida per tornare a stare “assieme alla gente” e vivere senza “le paure”.

Come stanno andando gli interventi medici per la ripresa funzionale?

Sono in attesa di essere chiamato per un intervento previsto nel mese di gennaio 2023, per la parte relativa al collo, sempre a livello funzionale. Quando ero in terapia intensiva ho superato i 30 interventi in anestesia totale e questo prossimo è un ulteriore passo verso la lenta ripresa.

Come sta affrontando le sue paure e le sue ansie in questo periodo?

Ho avuto un crollo mentale dovuto a tutto quello che mi è capitato in questi anni. Mi sono chiuso un po' in me stesso, sono diventato molto diffidente e non volevo sapere più niente di nessuno. Mi sono successe molte cose in questi anni.

Io lavoro in un supermercato di Castellanza e quando c’è tanta gente ho gli attacchi di panico, mi vengono le paure e mi chiudo. Però ho voluto reagire, decidendo di affidarmi al Cps di Legnano: ho già fatto due sedute dallo psicologo, che mi sta dando un grande aiuto. La parte mentale è una cosa da non sottovalutare. Credo sia importante rivolgersi agli specialisti in queste occasioni.

Sono contento perché lo psicologo ha colto dei miglioramenti che mi stanno dando fiducia. Prima, quando ero in difficoltà, volevo superare l’ostacolo da solo, mentre ora ho imparato ad alzare la mano e chiedere aiuto.

Si può essere molto forti ma non basta. Sono una persona molto emotiva e ho questi momenti di difficoltà.

Sulla pagina facebook sta parlando di nuovi progetti e viaggi in Puglia con uno stilista. Di cosa si tratta?

Nell’ultimo giorno di una sfilata di moda a Milano, tramite mia zia Elisabetta, ho conosciuto lo stilista Antonio Cirillo, una persona molto disponibile ed empatica che ha voluto conoscere la mia storia. Tra altro, è anche un regista e ho saputo che stava ultimando un film sullo stalking, un tema molto vicino a quello che purtroppo ho vissuto.

Antonio ha preso a cuore la mia battaglia, e mi sta aiutando  da un punto di vista economico con le spese che affronto mensilmente. Sono andato recentemente  in Puglia, in particolare a Bari e a Barletta, per raccontare durante gli eventi di moda la mia storia ed ho scoperto che questo mi sta permettendo di superare le paure e affrontare la gente. Per me è un momento di forte crescita.

Quindi, alla fine, sembra di capire che lei  venga aiutato più dalla persone rispetto alle istituzioni?

Sì, sicuramente. A mio avviso le istituzioni ragionano in termini burocratici e non tengono conto del fattore umano. Nella mia situazione, non ho sostenuto spese per gli interventi chirurgici che sono comunque a carico di Regione Lombardia (il mio ultimo intervento risale a giugno di quest’anno).

Al contrario, per le visite specialistiche in alcune occasioni riesco a pagare solo il ticket, mentre in altre situazioni, dove necessito di tempi brevi, sono obbligato a pagare. Non posso rimandarle.

Ci sono spese quotidiane per le cure completamente a mio carico, come le creme che uso per il movimento del collo: ne consumo una confezione a settimana che costa 40 euro e a fine mese mi trovo a spendere quasi 200 euro, solo per questo. Le spese “mediche” sono tante e costituiscono un rata fissa mensile. Devo comunque andare avanti per recupera la parte “funzionale”. Alla parte estetica, per il momento, non ci penso. Credo che lo Stato debba aiutare chi si trova a vivere queste situazioni, non solo dovute alle aggressioni ma spesso figlie di altre tragedie, come gli incidenti stradali.

Come sta andando la raccolta che la trasmissione “Le Iene” aveva lanciato?

Purtroppo, la raccolta si è fermata. Non posso pretendere più di tanto visto la situazione economica attuale e poi ci sono persone che stanno sicuramente peggio di me. Devo ringraziare la mia collega Gisella, che ha portato avanti tempo fa una camminata per la raccolta fondi e mia zia Elisabetta, che si prodiga su tante iniziative a mio sostegno.

Cosa farà a Natale?

Sono tranquillo qui a Legnano e il giorno di Natale non vedo l’ora di andare a mangiare al ristorante con la mia famiglia. Il mio interesse è star bene e vivere tranquillo.

Per chi volesse dare un aiuto a Giuseppe Morgante:

https://www.gofundme.com/f/aiutiamogiuseppe?utm_campaign=p_cp+share-sheet&utm_content=undefined&utm_medium=chat&utm_source=whatsApp&utm_term=undefined

Raffaele Specchia