Ne hanno parlato in tanti, di Busto Arsizio: città atipica per molti versi e un po' "cialtrona" per altri. Ho sentito -anni fa- della tirchieria dei Bustocchi. In tanti ci hanno creduto. Chi ama Busto Arsizio, proprio no. Ne parlano gli esempi. Come potrebbe - se no - essere arrivata ad essere la quinta potenza industriale della Lombardia e prima città non-Provincia, solo per effetto di un "editto" in epoca fascista che le ha preferito Varese? - non ce l'abbiamo certo con l'attuale Capoluogo. Noi, ce l'abbiamo con Mussolini che attuò lo sgarbo, sbagliando di parecchio sul futuro dell'intera plaga.
I risultati, poi impongono un ragionamento spicciolo. Che in troppi rinnegano e in moltissimi non ci stanno a evidenziare. A partire dall'Aeroporto Malpensa, hub attuale, sorto a prescindere dalla sua genesi, vale a dire Aeroporto di Busto Arsizio che "un bel dì vedremo levarsi un fil di fumo" che Sea attuò con soldi alla mano. Un cippo, proprio dentro Malpensa offre testimonianza a chi snobba il discorso, ma che rende giustizia alla città lungimirante e (quasi) inimitabile per creanza e giusta intraprendenza sotto l'aspetto Etico e Industriale. Nel dopoguerra, a parlare di Cultura a Busto Arsizio era quasi blasfemia. Poi, anche Milano ci rese giustizia, con Manzoni a visitare il Cardinale Tosi, emerito Cittadino Bustocco e Ugo Foscolo a decantare il "vino di Busto" come se fosse un gioco d'azzardo del destino. Busto offrì Pittori e Scultori di fama; perfino Scrittori che si sono guadagnati i "galloni" in un ambito sconosciuto per i benpensanti. Fra loro, anche il nostro nome, senza i clamori della notorietà, buttata in giro senza il sensazionalismo pagato dagli sponsor.
Quel detto "nessuno è profeta in Patria" fa rumore. Lo patì addirittura Dante e ancor più, Leonardo da Vinci ….. figuriamoci le "piccole figure" di Autori Locali. Però …. "se riesci a far nulla contro il diavolo, cerca almeno di pestargli la coda". Qui, il Milan non c'entra. Il "diavolo" in oggetto è colui che blatera un "cosa vuoi che sia" e si rifugia nella sua pochezza a biasimare senza sapere; a disdoro di se stesso; a profferir parole senza avere inserito il cervello.
A Busto Arsizio, prima al vertice dei 126 Comuni della Provincia di Varese che insieme agli otto Comuni del Sud Provincia (Cairate-Castellanza-Fagnano Olona-Gorla Maggiore-Gorla Minore- Marnate-Olgiate Olona-Solbiate Olona) produce l'85% del Pil Provinciale e possiede la ricchezza dell'intera Provincia di Varese, in risorse, risparmi e strutture, non va il giusto merito che le compete per meritocrazia. Di buono c'è la Medaglia di Bronzo al valor militare per essere insorta il 24 aprile 1945 contro l'egemonia dei Nazi-Fascisti e sviluppò con pieno merito il progresso che ne seguì, a Liberazione avvenuta.
Il Lavoro, a Busto Arsizio è sacro. Tanto da mettere nel "motto" per i "nativi e lavativi" l'epiteto fatto merito. Per un Bustocco nato qui, da genitori e quattro nonni di Busto Arsizio, dire "lavativo soltanto" è come dare del bastardo a un meridionale. Invece, "nativo e lavativo" costituisce un merito che oggi in pochissimi viventi possono annoverare nel "palmares". Modestamente (come diceva Totò) "io lo nacqui", lo sono e me ne vanto a oltranza. Si discute di mancato sviluppo del Dialetto Locale, ma in giro, quanti sono coloro che trattano il "tema" in Libri e Racconti?
Sono rimasto solo. E per giunta osteggiato. Tuttavia fa notizia il Dialetto Bustocco da strada che "ul Giusepèn" ha portato in difesa di Busto Arsizio, non più "cialtrona", ma implacabile di fronte agli sproloqui e agli epiteti che le sono piovuti addosso. Io sono orgoglioso di essere un Bustocco "nativo e lavativo" e di dire al mondo "son da Busti Grandi"... città Romantica e Folle d'amore! Testimone "ul Giusepèn" classe 1926 mio mentore e maestro di vita. Protagonista dell'omonimo libro, in Libreria.