Territorio - 28 novembre 2022, 14:17

Sicurezza stradale, vertice in Prefettura: incidenti mortali in calo, ma serve continuare a sensibilizzare

Il prefetto Pasquariello ha incontrato i rappresentanti provinciali delle istituzioni. A fronte della diminuzione delle vittime resta alto il problema dei comportamenti scorretti alla guida: nel mirino soprattutto l'utilizzo del cellulare

(foto d'archivio)

Mercoledì scorso in Prefettura a Varese si è tenuta, presieduta dal Prefetto Salvatore Pasquariello, una riunione dell’Osservatorio provinciale sulla sicurezza stradale per fare il punto sulla sicurezza individuando punti critici e strategie di miglioramento.

Presenti i rappresentanti della Regione Lombardia, della Provincia, della Questura, del Comando Provinciale dei Carabinieri, della Sezione della Polizia stradale di Varese, della Polizia locale dei Comuni di Varese, Busto Arsizio, Gallarate, Saronno e Luino, dell’ANAS, di Autostrade per l’Italia, di Autostrada Pedemontana Lombarda, dell’Ufficio Provinciale dell’Automobil Club di Varese, nonché del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco e dell’Articolazione Aziendale Territoriale 118 di Varese.

Il Prefetto ha introdotto la riunione riportando i dati Istat a livello nazionale sull’incidentalità e ha, in particolare, fatto presente che nel 2021 sono stati registrati 151.875 incidenti stradali, nei quali hanno perso la vita 2875 persone e ne sono rimaste ferite 204.728. Dieci anni fa, nel 2001, si verificarono 263.100 incidenti provocando 7096 vittime e 373.286 feriti.

A fronte di volumi di traffico sempre maggiori, dunque, gli incidenti e soprattutto i morti sono quasi dimezzati (quasi il 58% in meno di incidenti e il 40% di morti in meno), segno che qualcosa sta cambiando in meglio. Una maggiore e diffusa educazione stradale e il rispetto per se stessi e gli altri rappresentano i propulsori di una rinnovata cultura della sicurezza che, se adeguatamente alimentata e supportata, potrà sicuramente minimizzare al massimo i rischi sulla strada.

Dalle rilevazioni della Polizia Stradale è emerso come tra le principali cause di incidentalità vi siano la distrazione alla guida (soprattutto per l’uso del telefonino) e la violazione delle norme del codice della strada, in particolare eccesso di velocità, mancate precedenze e guida in stato di ebrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.

Guidare un veicolo dopo aver bevuto alcolici o aver assunto droghe oppure “chattare” mentre si guida o si attraversa la strada è estremamente pericoloso per sé e per chi si incrocia sul proprio percorso.

Basti pensare che il solo rispondere al cellulare fa distogliere lo sguardo dalla strada per un tempo variabile di alcuni secondi che, se si è alla guida di un veicolo, possono diventare fatali. Ad una velocità di 50 km/h, infatti, bastano solo due secondi per percorrere circa 30 metri; e se in quei due secondi lo sguardo non è rivolto sulla strada, è come se si guidasse completamente bendati. Il pericolo aumenta ulteriormente se si viaggia in autostrada dove, alla velocità massima consentita, si percorrono ben 36 metri al secondo. Il che significa che bastano tre secondi di distrazione per percorrere 108 metri – praticamente la lunghezza di un campo di calcio – senza guardare la strada.

Nel corso della riunione è emersa l’importanza di una costante cura della manutenzione delle strade: una cartellonista sempre efficiente ma anche interventi efficaci sul ripristino del manto al termine di un cantiere stradale, elemento importante su cui spesso non c’è adeguata attenzione da parte di chi effettua scavi nelle strade nonostante le sanzioni

Si è sottolineata infine l’importanza dell’effettuazione di un periodico controllo, da parte degli utenti, della funzionalità del proprio veicolo (come verifiche sull’impianto frenante o sullo stato delle gomme) nonché della diffusione di progetti di educazione stradale. 

Il Prefetto diramerà una circolare ai proprietari delle strade nazionali, provinciali e comunali, alle Forze dell’Ordine e alle Polizie locali anche al fine di implementare la piattaforma di raccolta dati curata dalla Prefettura. L’Osservatorio si riunirà nuovamente entro la fine del primo trimestre del 2023.

Redazione