Politica - 17 novembre 2022, 16:05

Provincia, «prima pensiamo alle cose da fare, poi parleremo dei possibili candidati»

Le riflessioni dei sindaci Licata, Tamborini e Tardugno, promotori dell’incontro tenutosi ieri a Varese con circa quaranta amministratori. C’era anche Magrini, dato per possibile candidato presidente: «Non ha senso parlarne adesso – dice –. Il nome deve uscire da questi tavoli di discussione»

Circa una quarantina gli amministratori che hanno partecipato ieri all’incontro sulla Provincia organizzato al salone del Circolo Bizzozzero a Varese da Giuseppe Licata, Davide Tamborini e Nicola Tardugno, rispettivamente sindaci di Lozza, Mornago e Caravate. I primi due sono anche ex consiglieri provinciali (leggi qui).

Tra i presenti anche il consigliere provinciale Marco Magrini, il cui nome circola come possibile candidato presidente: «Non ha senso parlarne adesso – dice –. Il nome deve uscire da questi tavoli di discussione».

Gli organizzatori

«Una bella serata di confronto sul ruolo della Provincia e sugli obiettivi che deve porsi per i prossimi mesi, in una fase storica di particolare difficoltà per i cittadini e le imprese nel nostro territorio, nella prospettiva delle prossime elezioni provinciali di gennaio e di una possibile riforma delle Province», commenta Licata.
«Abbiamo avviato un percorso incentrato sulle cose da fare, prima che sui nomi e i possibili equilibri politici – prosegue –. Numerose le questioni toccate negli interventi dei tanti amministratori presenti, dalla necessità di portare all’ente nuovo personale e professionalità, al coinvolgimento effettivo dei sindaci, che in questi anni hanno finito per disertare le assemblee provinciali di mera ratifica. Seguiranno nuovi incontri, presto parleremo anche di possibili candidati, fermo il fatto che il nuovo presidente della Provincia dovrà recepire dagli amministratori comunali un mandato preciso, fatto di pochi e chiari progetti da realizzare».

«In attesa di una riforma che riporti la Provincia in un alveo più consono – afferma Tamborini – occorre creare una sinergia che sviluppi la collaborazione tra territori ed ente al fine di realizzare progetti concreti per le necessità della popolazione senza la solita logica della spartizione secondo il colore politico».

Tardugno traccia un primo identikit del prossimo presidente della Provincia: «Dovrà necessariamente essere una figura civica ed autorevole, che dovrà lavorare sui contenuti insieme all’attuale Consiglio provinciale, smussando i contrasti politici e imprimendo un cambio di passo all’ente».

Magrini soddisfatto dalla "prima"

Anche Marco Magrini parla di «un momento positivo, utile, quantomeno per un certo mondo civico. C’erano anche consiglieri provinciali, in carica o ex, che si sono occupati di bilancio. Quindi una riunione qualificata con persone che conoscono la realtà della Provincia. Si è parlato di problematiche e aspetti concreti – prosegue – e di quello di cui necessitano i sindaci: la Provincia deve essere il luogo dove i sindaci vengono ascoltati e dove si possono coordinare determinate attività per aree omogenee e territori che hanno le medesime necessità».

Tra i problemi emersi c’è quello del personale: «Con la legge Delrio, partita per chiudere questi enti, tanto personale qualificato se n’è andato pensando che non ci fossero più prospettive – spiega il consigliere provinciale –. Oggi abbiamo molti fondi a disposizione che non riusciamo a spendere perché non possiamo progettare».

Ieri le riflessioni non si sono concentrate sui nomi dei papabili successori del presidente Emanuele Antonelli. Ma sono in corso ragionamenti su una possibile candidatura unica, sulla scia di quanto sta avvenendo per la Provincia di Como. «Non ho la sfera di cristallo, a volte le logiche e le strategie partitiche prevedono dinamiche che un amministratore semplice fatica a comprendere – dice Magrini –. Io ritengo che una candidatura unica potrebbe essere una buona scelta, con una persona competente che riesca a dialogare mantenendo in essere l’attuale struttura. Serve il buonsenso di condividere tutti insieme una scelta che unisca e non sia divisiva. Ascoltando e lavorando con i sindaci».

Che possa essere lo stesso Magrini il candidato? «Non ha senso parlarne adesso – risponde –. Il nome deve uscire da questi tavoli di discussione. L’importante è che si tratti di una figura qualificata che possa svolgere un’azione interlocutoria in questa fase, mantenendo quello che si sta facendo e accelerando su alcuni aspetti per fare in modo che la Provincia sia pronta quando, speriamo, ci sarà la riforma».

Riccardo Canetta