Sport - 13 novembre 2022, 07:00

Carenza di arbitri? A Busto 25 iscritti al corso

Le iscrizioni rimarranno aperte fino alla fine della prossima settimana per uno sport con tanti pregi e che non deve "spaventare". Il presidente della sezione di Busto, Diego Carrara: «Forma il carattere». A Varese c'è più carenza di fischietti

Foto dalla pagina Facebook AIA Busto Arsizio

Due volte l’anno la sezione Aia di Busto Arsizio dà il via ai corsi e questa volta sono partiti con la serata di presentazione del 27 ottobre, e la chiusura delle iscrizioni prevista per la fine della prossima settimana. Al momento si sono iscritti 25 ragazzi, ma il numero potrebbe ancora crescere.

«Siamo circa 170 fischietti – racconta il presidente della sezione di Busto Diego Carrara – tra i 15 e i 30 anni, di cui il 10% ragazze. Abbiamo un arbitro e 2 assistenti di serie D e un arbitro di serie A calcio a 5».

Quest’anno, cadrà il 90° anniversario della sezione già intitolata a Vincenzo De Bernardi: «Faremo un evento il 25 novembre, intitoleremo la sezione a Vincenzo Vergerio, ex presidente – venuto a mancare due anni fa – e ufficializzeremo il gemellaggio con la sezione di Catanzaro: verranno qui quattro dei loro ragazzi che nel weekend arbitreranno e poi, a febbraio/marzo, quattro dei nostri andranno in Calabria e faranno la stessa cosa, un po’ come gli scambi che fanno le scuole».

Ma perché diventare arbitri? Diego Carrara spiega il suo punto di vista: «Oltre alle solite cose, tra cui l’ingresso gratuito negli stadi, posso dire che è uno sport che forma il carattere. Abbiamo avuto testimonianze di ragazzi che prima erano timidi, le prime volte in campo facevano fatica e adesso sono sicuri di sé, anche nella vita di tutti i giorni».

Poi un piccolo punto sulla carenza di arbitri, tema sentito in tutto il territorio nazionale: «Gestisce la Figc, noi copriamo un po’ i territori limitrofi. Fortunatamente noi e Gallarate abbiamo subìto poche perdite ma il crollo di associati a in altre sezioni ha portato a delle problematiche. Il nostro territorio lo abbiamo sempre coperto tranquillamente, ma con l’esigenza di aiutare anche altre sezioni a volte facciamo fatica».

Michela Scandroglio