La candidatura alle regionali di Letizia Moratti con il sostegno di Azione e Italia Viva ha spiazzato il Partito Democratico che, proprio nelle ore dell’annuncio dell’ex vicepresidente, durante l’assemblea regionale aveva ribadito la volontà di formare la più ampia coalizione possibile e di ricorrere alle primarie.
«Hanno sbagliato, la politica non si fa con i diktat», lamenta il senatore Alessandro Alfieri, che invita il Terzo polo a tornare sui propri passi e a sedersi intorno a un tavolo col Pd, «se si vuole provare a vincere». Da parte dei dem è arrivata la chiusura sul nome di Moratti: il consigliere regionale Samuele Astuti ritiene «incoerente anche solo ipotizzare di averla come candidata rappresentante del centrosinistra».
Alfieri: «Per vincere serve una coalizione larga»
«Hanno sbagliato, la politica non si fa con i diktat, mettendo una candidatura “prendere o lasciare”», afferma il senatore varesino Alfieri, che sabato aveva partecipato alla manifestazione di Milano organizzata da Carlo Calenda per tenere un canale aperto col Terzo polo.
«Se Azione e Italia Viva vogliono andare oltre la logica dell’autosufficienza e provare a vincere in Lombardia – dice Alfieri – azzerino la situazione e ci si sieda intorno a un tavolo, ragionando su progetti e programmi, in tempi ragionevoli. Se si vuole costruire un’alleanza larga, su dei punti ben precisi che riguardano la sanità pubblica, la mobilità sostenibile, l’ambiente, discutiamone. Anche dei profili che meglio possono interpretare quella sfida. Magari scopriamo tutti insieme che la figura migliore è Beppe Sala e non la Moratti, per fare un esempio».
Difficile in questo momento ipotizzare che il Terzo polo faccia marcia indietro. «Però si assumono loro la responsabilità della rottura. Al 100 per cento – prosegue il senatore dem –. Io sono andato alla manifestazione a Milano, ho messo la faccia con l’idea di lavorare insieme e il giorno dopo, mentre noi stiamo tenendo aperta la possibilità di un tavolo di confronto, dicono “o lei o niente”. Non si fa così politica. Così vuol dire voler perdere».
«Io vorrei provare a vincere», dice ancora Alfieri, «e in Lombardia vinci se costruisci una coalizione larga. Moratti se va da sola col Terzo polo non vincerà mai, è evidente».
Astuti: «Con Moratti due candidature di centrodestra»
Se Alfieri, pur concentrandosi sulle “modalità” con cui si è mosso negli ultimi giorni il Terzo polo, evidenzia che «il nome di Moratti ha delle criticità», il consigliere regionale del Pd Samuele Astuti è più netto.
«Letizia Moratti una settimana fa stava aspettando di essere indicata come candidata del centrodestra – sottolinea Astuti –. Ritengo quindi che sia assolutamente incoerente anche soltanto ipotizzare di averla come candidata rappresentante del centrosinistra». Questo nonostante il messaggio lanciato dall’ex vicepresidente lombarda agli «amici del Pd» in un’intervista a Repubblica (leggi qui).
«Inoltre – prosegue il consigliere regionale – lei è l’estensore della riforma sanitaria fatta un anno fa, che sono contento di sentire che lei stessa oggi critica. Ma un anno fa, quando la criticavamo noi, non ci ha dato margini per modificarla in maniera sostanziale e quella riforma lì, purtroppo, oggi non sta facendo il bene dei lombardi».
Secondo Astuti «un pezzo del Terzo polo potrebbe fare fatica a digerire la candidatura di Letizia Moratti e noi dobbiamo tenere le porte aperte alle persone che vogliono un’offerta politica diversa da queste due candidature di centrodestra». Il riferimento è alla stessa Moratti e ad Attilio Fontana.
Per il consigliere regionale, la corsa di Moratti con Azione e Italia Viva non rischia di spaccare il Pd: «Al contrario – sostiene – potrebbe spaccare il Terzo polo. E più passeranno i giorni e più questa cosa diventerà chiara».