Economia - 27 ottobre 2022, 13:29

La competitività digitale a supporto del digitale 4.0

Le risorse digitali sono già ampiamente evolute nel segno di quella rivoluzione industriale che ha investito gli ultimi decenni

Le risorse digitali sono già ampiamente evolute nel segno di quella rivoluzione industriale che ha investito gli ultimi decenni. I più attenti se ne sono già accorti e non da poco tempo: fenomeni globali come la pandemia hanno imposto una forte accelerazione al processo di digitalizzazione, che ormai coinvolge allo stesso tempo le industrie d’avanguardia, così come le Piccole e Medie Imprese, fino alle Pubbliche Amministrazioni. Il digitale si pone dunque come una risorsa cui attingere sia in risposta a una fase di emergenza e crisi, sia per farne il trampolino per una crescita continua, in una chiave più sostenibile e innovativa.

Una nuova rivoluzione industriale

L’integrazione sempre più avanzata tra digitalizzazione, automazione ed elemento umano, inteso come autentico talento il cui ruolo non può ancora essere aggirato, sembra spianare la strada a una nuova rivoluzione industriale. Il digitale si rivela in questo caso non soltanto una risorsa, ma anche terreno per una sfida tra tutte le imprese che, per desiderio di crescita e volontà di sopravvivenza, decideranno di sfruttarne le potenzialità.

È una rivoluzione, questa del digitale 4.0, che non può essere semplicemente subita da tutti gli attori in campo, ma che deve essere padroneggiata con un’adeguata formazione e i giusti strumenti: il rischio, in caso contrario, è quello di registrare un ritardo che potrebbe rivelarsi fatale, in termini di divario tecnologico con i competitor. Da qui, in termini più semplici, deriva la necessità di stare al passo con i tempi, sforzandosi di eguagliare i concorrenti e superarli sfruttando tutto ciò che il digitale ha da offrire.

Entrando nell’ottica secondo cui le risorse online non permettono soltanto un miglioramento della produzione ma anche un nuovo modo per presentarsi al pubblico e interagire con esso, nasce ad esempio il bisogno di approfittare dei servizi di un’agenzia di marketing digitale proprio per migliorare in maniera significativa la propria presenza online, e rendere la propria impresa più competitiva agli occhi dei potenziali clienti. Così, allo stesso tempo, emerge anche il bisogno di nuove figure professionali, strategiche per l’ottimizzazione e l’ammodernamento di tutto il comparto di produzione e di vendita.

Nuove figure per un approccio moderno

Dall’assunto secondo cui l’economia sta cambiando in una chiave più moderna e dematerializzata, deriva anche la necessità di investire, all’interno delle imprese di qualsiasi grado e dimensione o nelle PA, nella formazione di figure decisive per la transizione al digitale. La formazione di figure capaci di convertire i beni in servizi, segnando così il superamento della tradizionale industria manifatturiera, garantisce ad esempio una maggiore competitività alle aziende che si reinventeranno in chiave più moderna.

Il senso è quello di padroneggiare il concetto di innovazione permanente, grazie a figure appositamente formate e competenti nel campo dei processi tecnologici, e capaci dunque di adattarli alle capacità di crescita della specifica azienda. Come si può intuire, si tratta di mansioni e competenze complesse, che rendono queste nuove figure, tutte figlie dell’era digitale, particolarmente desiderabili nel processo di ottimizzazione dei processi di lavoro e dunque nella crescita della propria azienda.

L’Italia nell’attuale contesto digitale

In un contesto profondamente segnato dall’avvento di nuovi professionisti del digitale e da un innovativo modo di intendere il marketing e la competizione tra imprese, l’Italia si posiziona in alto nell’ambito del G7. Le analisi condotte su più di 130 Paesi testimoniano infatti la portata dei cambiamenti in meglio operati dall’Italia, che si colloca al secondo posto, subito dietro al Canada, tra i digital riser. Delineando dunque una classifica per i Paesi che, dal 2018 al 2020, sono cresciuti o regrediti sotto il punto di vista della competitività digitale, l’Italia ha compiuto passi da gigante, guadagnando ben 34 posizioni, contro le 47 del Canada e le 28 della Francia.

Il progetto Repubblica digitale desiderato nel 2019 dal Ministero dello Sviluppo Economico ha di certo avuto un ruolo non indifferente nel passaggio dell’Italia dall’ultimo gradino del G7 al secondo posto: di fatto, l’Italia si conferma anche come la nazione europea a maggiore velocità di crescita, seguita da vicino soltanto dalla Francia. Il resto dell’Europa sembra viaggiare a un ritmo diverso, e il caso del rallentamento della Germania nella scalata al podio dei digital riser sembra confermare questa lettura.

Analizzando invece una mole ulteriore di dati e allargando la prospettiva al G20 piuttosto che ai soli G7, l’Italia figura all’ottavo posto, confermando il proprio dinamismo e il proprio potenziale di crescita. La Germania, il Giappone e l’India crollano, mentre al primo posto si conferma la Cina con il suo programma China 2025, tanto innovativo da aver lasciato indietro anche gli USA.