Valle Olona - 25 ottobre 2022, 19:43

VIDEO. Francesca Ambrosoli agli studenti della Liuc: «Papà Giorgio conosceva bene i rischi, ma è andato avanti con coraggio»

In un’aula affollata di studenti la figlia del noto commissario liquidatore della banca privata di Michele Sindona ha illustrato il libro sul padre scritto con il supporto della giornalista Luisa Bove. Accanto a loro anche il professore emerito della Bocconi Vittorio Coda

Trasudano di amore per la famiglia e il suo Paese che ha voluto difendere fino all’ultimo senza nemmeno la scorta, di affetto, di responsabilità le pagine firmate da Francesca Ambrosoli: la figlia del noto commissario liquidatore della banca privata di Michele Sindona nel pomeriggio di oggi, 25 ottobre, era presente a parlare agli studenti della Liuc. In un’aula Bussolati gremita di studenti universitari con anche una classe di un liceo, ha parlato del papà, che le hanno assassinato quando lei aveva solo undici anni, di quello che le ha insegnato, di quello che il papà aveva scritto quando sapeva che la sua vita non era al sicuro, dei rischi cui sarebbe andato incontro, della solitudine in cui si era ritrovato.

Lo ha fatto con orgoglio, con quella fierezza di una figlia ben consapevole di quello che suo padre era stato e quello che continua a essere: un esempio per lei, per le giovani generazioni, per le matricole della Liuc pronte ad ascoltarla, per l’intero Paese. E per la moglie, Anna Lori Gorla, che era seduta accanto agli studenti, era lì ad ascoltare non senza afflizione, quello che è stato Giorgio, il suo adorato marito che un sicario americano sguinzagliato da Michele Sindona gli ha ammazzato nel 1979. Le fa male sentire solo pronunciare il nome di Sindona, le fa male sapere che al funerale del marito le istituzioni erano assenti, le fa male ricordare che suo marito non aveva voluto una scorta per evitare che altre persone innocenti e padri di famiglia avrebbero potuto rischiare la vita, le fa male sentire parlare la figlia quando uno studente le chiede come si comporterebbe se incontrasse oggi come ieri Sindona.

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È difficile perdonare quando viene ammazzato un marito e un padre che ha dato la vita per il Paese, che ha amato la famiglia, che ha sempre tenuto alti i valori. E sono tutte qualità che Francesca ha voluto comunicare agli studenti, ha toccato il cuore dei ragazzi. «Ho scritto questo libro insieme all’amica giornalista Luisa Bove durante il lockdown – ha spiegato – Non è un testo tecnico, non ci sono sentenze o atti giudiziari, ma il vissuto di una figlia e di quello che poi ho voluto raccontare nelle scuole. Sempre con tanto orgoglio. Ho iniziato a raccontare di papà quando i miei figli hanno voluto sapere chi fosse il nonno. Dopo l’incarico papà conosceva molto bene i rischi, ma lui è sempre andato avanti con fermezza e coraggio, anche quando mamma gli voleva far togliere l’incarico. Lui si era trovato solo in questa delicata indagine finanziaria. Nel libro cito una lettera che papà aveva scritto alla mamma incoraggiandola ad andare avanti, nonostante i pericoli, assicurandola che i loro ragazzi sarebbero cresciuti secondo i valori che avevano da sempre condiviso».

E sulla solitudine in cui si era ritrovato Giorgio Ambrosoli ha voluto parlare anche la giornalista Luisa Bove. «La solitudine ha segnato i cinque anni. Questo racconto che Francesca mi ha comunicato attraverso un video mi ha onorata, so di avere aperto delle ferite e so che sul cuore di Francesca le ferite sono ancora tante. Devo però constatare che dopo questa tragica morte, la famiglia non si è trovata sola: un cordone di amici le si è stretto attorno». E anche oggi sono tante le associazioni che lo ricordano, i premi e le onorificenze alla sua memoria.

A onorare la figura di Giorgio Ambrosoli, la Liuc ha chiamato anche un professore emerito di strategia aziendale della Bocconi, Vittorio Coda. Chi meglio di lui poteva rievocare la storia di Michele Sindona? «Una vicenda tenebrosa – l’ha definita – che vede come protagonista un avvocato d’affari siciliano che si faceva passare come uno estremamente innovativo nel campo della finanza. Scrive operazionI nuove, s’impossessa di due banche private, Unione e privata finanziaria. Le fonde e dà vita a una banca privata italiana. Lui interpretava la banca con i risparmi della gente come sua proprietà. Si è costruito un impero nel mondo tirando fuori i soldi dalle banche. Quando è fallita la banca, a indagare sulle cause del dissesto è stato chiamato appunto l’avvocato Ambrosoli che gli ha dato una dimostrazione di tutti i passaggi illeciti di soldi. A questo punto Sindona ha incominciato a maturare i suoi piani criminali».

Una spiegazione chiara è stata quella del professore della Bocconi che non ha voluto rievocare la fine di Giorgio Ambrosoli né quella di Sindona che sappiano essere stato avvelenato in carcere nel 1986 con un caffè al cianuro di potassio

Laura Vignati