Siccità e caldo africano senza fine, «soprattutto dopo un inverno secco e mite», mettono a rischio colture e piante, anche tenendo conto delle ordinanze da seguire sul razionamento dell'acqua (a Varese, per esempio, è possibile innaffiare orti e giardini dalle 20 alle 22, e per non oltre un'ora al giorno). I consigli utili per non "bruciare" fatica e passione, che per qualcuno rappresentano anche lavoro, arrivano da un'istituzione della floricoltura varesina, ovvero Renato Pozzi che con la sua storica vendita diretta di piante e fiori in via Monte Generoso, tra l'università e il quartiere delle Bustecche, è nel cuore di generazioni di varesini e non solo.
«Non piove, non è piovuto quando doveva farlo, soprattutto lo scorso inverno, e le temperature sono alte da tanto tempo - dice Renato - Le piante in vaso sono le più esposte, ma anche i prati, ormai bruciati, gli arbusti e i cespugli soffrono sempre di più. Così come le grandi piante da arbusto. La situazioni è grave e pericolosa, sperando che poi non si risolva con qualche evento violentissimo».
Veniamo ai consigli per l'orto e per proteggere il frutto di tanta applicazione e passione: «L'ideale è avere acqua ferma in qualche barile, ma se non si vede nulla dal cielo è dura... - spiega Renato - Primo consiglio: non va bagnata la foglia per non creare choc termici alla pianta, che arriva da una giornata con temperature anche di 35 gradi o più. L’acqua deve entrare nel terreno e andare sotto la radice: meglio bagnare bene ogni 3 o 4 giorni piuttosto che fare assaggiare poche gocce ogni sera. Altro consiglio: si può creare un solco attorno alla pianta perché l'acqua penetri in modo localizzato. Oltre che per le piante da ortaggi, gli stessi discorsi valgono anche per le piante acidofile, tipo le azalee, i rododendri e quelle ornamentali da giardino».
C'è poi un'altra opportunità di protezione e cioè quella di posizionare «una corteccia attorno ad aiuole, azalee o rose in modo che diminuisca la traspirazione e la terra sia protetta dai raggi del sole».
Vista la siccità esagerata, forse peggiore del 2003 perché non preceduta da così tanti mesi secchi, «può bastare una bagnata per pomodori, peperoni melanzane e solanacee (piante erbacee, rampicanti, arbusti e raramente piccoli alberi), mentre si devono allungare i periodi di irrigazione per le piante da foglia come insalate, sedano, coste, erbette, ma anche i fagiolini».
«Verze, cavolfiori, cavoli calabresi e di bruxelles, porri e finocchi, che possono anche essere piantate in questo periodo, nella fase di attecchimento vanno bagnate subito. E comunque la soluzione più efficace e totale sarebbe un'altra...» sorride Renato.
Cioè? «Guardare su e sperare nel Signore».
Passiamo alla terribile Popillia Japonica, che sta attaccando e devastando piante di vite, rose, prugni e ciliegi. «Rappresentano il suo "menu" preferito... anche se poi va a finire che mangia anche tutto il resto. Noi consigliamo le trappole a base di feromone, che attirano la popillia e poi la catturano, ma occorre prestare un'attenzione fondamentale. La trappola non deve essere posizionata sotto la pianta, ma un po' distante da ciò che va protetto, ai margini di orto, bosco o giardino, anche a 20 metri: se è troppo vicina agli insetti che si vogliono debellare, ne attirerà molti altri in più anche dalle piante o dagli orti vicini. La popillia infatti vola, e vola lontano. Ed è una bestia difficile da sconfiggere».
Ci sarebbero anche prodotti abbattenti come gli insetticidi, ma sono chiaramente sconsigliati nel caso dell'orto: ed è questo l'ultimo consiglio di Renato Pozzi che, tutta l'estate, agosto compreso, soffrirà assieme a noi e a voi. Pronto ad aiutarci.