Economia - 13 luglio 2022, 12:33

Lo Scoiattolo protagonista a New York: «Studiamo i trend e costruiamo relazioni. Il Made in Italy? Punto di riferimento»

L’azienda di Lonate Ceppino ha partecipato, anche quest’anno, alla fiera mondiale Summer Fancy Food, dove due dei suoi prodotti sono stati candidati al “Food Award”. La soddisfazione dell'export manager Matteo Di Caro: «Stiamo sviluppando con impegno i mercati di USA e Canada. I rincari? Un problema. Da affrontare facendo squadra»

Da Lonate Ceppino a… Manhattan. Una traversata intercontinentale all’insegna della tradizione pastaia è quella che ha affrontato Lo Scoiattolo, noto marchio del nostro territorio specializzato nella produzione e nella vendita del prodotto culinario italiano per eccellenza, la pasta fresca, nello specifico declinata in ravioli.

Lo Scoiattolo, a metà giugno, ha infatti rinnovato la sua presenza al prestigioso “Summer Fancy Food”: si tratta di una delle più importanti fiere mondiali del settore culinario, un vero e proprio melting pot gastronomico che raccoglie ogni anno al Javits Center di New York persone, idee ed esperienze provenienti da tutto il mondo, con una particolare attenzione per i prodotti destinati al mercato americano e canadese. 

DA PIÙ DI DUE ANNI SULLE TAVOLE DEGLI AMERICANI

A raccontarci questa esperienza oltreoceano è Matteo Di Caro, export manager dell’azienda varesina che corre spedita verso i suoi primi quarant’anni: «Il Fancy Food è una fiera che si svolge in due edizioni annuali: quella estiva si è appena tenuta, a metà luglio; l’edizione Winter, si terrà invece a gennaio a Las Vegas. La partecipazione alla fiera fa parte della nostra strategia di marketing e anche quest’anno abbiamo puntato forte sul Fancy Food, per portare avanti uno sviluppo in USA e Canada molto forte».

Lo Scoiattolo ha iniziato a vendere in America il prodotto con il proprio marchio circa due anni e mezzo fa, ricevendo una risposta molto positiva dagli statunitensi, sempre attratti e affascinati dalle prelibatezze del Belpaese. «La particolarità di questo mercato è che riusciamo a vendere con il nostro marchio Lo Scoiattolo: un aspetto tradizionalmente complicato all’estero. Per noi è un plus che ci rende orgogliosi».

Il prodotto gourmet della tradizione italiana è sempre di alta qualità e difficile da replicare. Così, secondo Matteo, «la ricerca del prodotto Made In Italy, che è sempre di moda, è ancora molto forte. Presentarsi come produttore italiano è sufficiente a far cambiare la visione di sé». 

PREMIATI I RAVIOLI BIOVEGAN AL CAVOLFIORE E I PARMIGIANO E TARTUFO

Il Summer Fancy Food si presenta con una Expo del cibo, con tanto di padiglioni organizzati sulla base della provenienza e della tipologia. Gli espositori giungono da tutto il mondo, ma non è difficile immaginare quale sia lo spazio più visitato e per cui i buyer fremono di più: «Il padiglione dell’Italia è uno dei più visitati e uno dei più grandi a livello di dimensione: è il più vivace ed attira sempre più espositori». 

Lo Scoiattolo è stato candidato a New York anche per il "Food Award" con due dei suoi prodotti: un raviolo biovegan con ripieno al cavolfiore (un ingrediente di grandissima tendenza negli Stati Uniti) e un raviolo italianissimo ripieno di parmigiano dop e tartufo.

Il rinnovamento e il ringiovanimento dell’azienda di Lonate Ceppino stanno favorendo l’attenzione su quelle che sono le nuove frontiere e le nuove mode dei consumatori. «Negli Stati Uniti i trend del momento sono due: uno è il plant based, ovvero la ricerca di proteine vegetali, della fake meat, delle farine di legumi per dare al cibo la texture della carne, in un mondo che sempre più strizza l’occhio alla questione ambientale; l’altro trend, che un po’ si sovrappone, è quello del food iperproteico. Ce n’è poi un altro che è la keto, una sorta di regime alimentare nel quale si tende a eliminare carboidrati favorendo il processo di ketosi dell’organismo, perdendo così peso immagazzinando proteine e grassi. Di solito sono tendenze che partono dagli USA e arrivano poi anche da noi».

Una fiera di settore di questo tipo e di questa dimensione è diventata, per Matteo Di Caro e per Lo Scoiattolo, un’occasione unica per sviluppare rapporti di business e confrontarsi con colleghi e fornitori; anche l’aspetto umano, in questi luoghi così variegati, ne esce notevolmente arricchito. «Si fanno queste fiere per vendere il proprio prodotto, ma sono vetrine importanti per l’azienda anche per sotto il profilo umano e relazionale. Poter aprire la mente a 360 gradi è la parte più bella: conoscere altre culture, altre persone, altri modi di pensare o di fare business. A volte la differenza sta nel capire queste dinamiche».

L’UNIONE FA LA FORZA

Internazionalità che sul lato umano rimane un valore aggiunto per questi eventi, ma che invece dal punto di vista politico mette in grave difficoltà il mercato. Lo scontro bellico in corso in Europa mette i produttori di fronte a delle problematiche non indifferenti e con cui tutti devono fare i conti: «Stiamo vivendo questo momento da protagonisti purtroppo, perché siamo vittime di rincari e di mancanza di materie prime, mentre la domanda rimane invariata». 

La presenza del prodotto sul mercato, grazie ad alcune strategie commerciali, è garantita, seppure tra qualche difficoltà. La speranza, comunque, è che il trend dei rincari subisca un arresto. «Tutti sono molto preoccupati, è un sentimento che in Europa è condiviso da tanti. USA e Canada hanno politiche magari un po’ differenti, ma la situazione non è facile anche per loro».

La difficoltà maggiore, racconta Di Caro, risiede nei costi dell’esportazione: i prezzi dei container sono quintuplicati e si fa regolarmente i conti con i ritardi. Come risultato si ha un inevitabile lievitazione dei costi. 

L'unico modo per far fronte a queste problematiche è il proverbiale “l’unione fa la forza”, anche tra realtà concorrenti: «Bisogna cercare di fare rete e collaborare tra competitor, e questa è una cosa che nel nostro Paese manca, anche se le nuove generazione sembrano più inclini a collaborare. In un periodo del genere queste possono essere piccole boccate di ossigeno».

Lorenzo D'Angelo