Altri sport - 26 giugno 2022, 17:50

È il canottaggio a portare il mondo a Varese: «A fine luglio non c’è più una camera libera…»

Un mese ai mondiali under 19 e under 23, ennesimo grande evento cittadino di uno sport che l’internazionalità (anche degli investimenti) sa da tempo cosa sia. Il punto con il dg Frattini: «Attesi fino a 2000 atleti, destinati più che a raddoppiare con il contorno. E stavolta torneranno anche famiglie e turisti. Gli altri sport possono imparare dal nostro: il segreto è fare squadra»

Per adesso, e l’inciso contiene tutta quella speranza che serbano in cuore i tifosi sportivi della città, è il canottaggio e solo il canottaggio ad aprire Varese al mondo.

«Ho dato un occhio a uno dei più famosi portali di prenotazione camere che c’è su internet e per i giorni dei mondiali under 19 e under 23 non è rimasta più una camera a Varese…», racconta tra lo stupito, il felice e il consapevole Pierpaolo Frattini, direttore generale della Canottieri Varese e del Comitato Organizzatore di Varese per gli Eventi Internazionali. Ancora una volta sarà una Città Giardino da tutto esaurito per il remo, come prima della pandemia.

I numeri non sono ancora ufficiali, perché solo il 30 giugno scadranno i termini di iscrizione per le nazionali e il 15 luglio quelli per gli atleti: solo allora si saprà con certezza quanti saranno gli sportivi ad affollare le rive del lago e non solo. Si va, però, verso cifre da capogiro: tra i 1500 e i 2000 vogatori, destinati almeno a raddoppiare con il contorno dello staff e ad aumentare ancora con quello di famiglie e turisti. Sì turisti: «Dagli Stati Uniti, che già si presenteranno con una delegazione di 150 persone - racconta il dg - ci hanno detto che al gruppo si aggregheranno anche 75 turisti».

Viene spontaneo andare con il pensiero alla giornata di venerdì 24 giugno, alla presentazione del gruppo australiano Pelligra a Palazzo Estense, ai sogni di grandezza che riguardano basket e calcio, palazzetto e stadio. Tutto ancora all’inizio, tutto ancora in fieri. Con un punto fermo, proprio il canottaggio, da cui imparare: «L’esperienza del nostro sport potrebbe essere effettivamente sfruttata e ribaltata su altri eventi, altri sport, altre location - argomenta Frattini - Il segreto? Fare squadra. Per i grandi eventi remieri che caratterizzano il territorio ormai da anni, le istituzioni si sono messe a collaborare, hanno fatto ognuno la sua parte. Il canottaggio è la dimostrazione che se si vuole, si riesce».

Anche nell’internazionalità, che non si acquisisce da un giorno all’altro: «Il grande evento, come possono essere Europei o Mondiali, dà la massima visibilità al territorio, al suo sistema e alle infrastrutture. Da lì parte un circolo virtuoso che si ripercuote visibilmente su diversi aspetti: aumentano le delegazioni straniere che chiedono di tornare per allenamenti e stage e cresce anche il numero di praticanti autoctoni, cioè di persone che si avvicinano al nostro sport».

Intanto la macchina organizzativa che condurrà ai campionati di fine luglio è in pieno movimento. Tante persone in arrivo significa tanto impegno e significa concentrare le proprie attenzioni non solo sul campo gara. Varese sta così cercando di approntare un sistema di accoglienza a tutto tondo, collegando il centro con la Schiranna, dove ad avere grande importanza saranno pure gli sponsor e il “food”, in quello che sarà il classico “rowing village”. Con una particolarità: a farla da padrone saranno le attività del territorio, con alcuni “grandi nomi” di locali varesini già pronti a fare la loro parte e a studiare prodotti ad hoc (come aperitivo e gelato) per la manifestazione.

Imponente anche la dotazione di volontari: «Dobbiamo arrivare a 300 - rivela Frattini - e li stiamo cercando un po’ ovunque, non solo tra gli studenti delle scuole cittadine e tra i nostri soci. Chiunque può partecipare, è una bellissima esperienza». E anche in questo caso il nome Varese ha richiamo internazionale: alcuni di loro arriveranno dall’estero.

F. Gan.