La pioggia che nel pomeriggio di oggi ha sferzato Luino e il suo lungolago si è placata poco prima che la città desse l’ultimo abbraccio ad Andrea Rossi. Un cielo che ha versato lacrime al pari dei tanti parenti e amici che si sono raccolti dentro e fuori dal Santuario del Carmine per celebrare i funerali del 29enne che un male incurabile ha strappato alla vita lo scorso martedì, dopo tanti, lunghi e sofferti anni di lotta.
Centinaia persone presenti, chi in una chiesa gremita all’inverosimile chi sul sagrato, con la presenza delle autorità cittadine e del presidente del consiglio comunale Fabrizio Luglio in rappresentanza dell’amministrazione.
A risaltare, sulla bara, la bandiera nerazzurra che ieri lo storico capitano dell’Inter, Javier Zanetti, aveva autografato come ultimo omaggio da parte di una colonna portante della squadra del cuore del giovane luinese, mentre a lato dell’altare campeggiava una sua fotografia che lo ritrae di spalle, in aeroporto, durante uno dei tantissimi viaggi compiuti in Israele per sottoporsi a delle costose cure sperimentali.
Cure che hanno fatto sì che un’intera città, anzi, un intero territorio, si spendesse in ogni modo in questi ultimi tre anni per cercare di alleviarne il peso economico, con iniziative e raccolte fondi di ogni tipo, unendosi e facendo rete per un unico obiettivo comune sperando che non si dovesse mai giungere al triste epilogo al quale, purtroppo, si è arrivati pochi giorni fa. Ed è proprio questo che, nel momento del dolore più grande, è risaltato agli occhi dei presenti: la capacità che Andrea ha avuto di raccogliere intorno a sé la generosità e l’affetto di tantissime persone di tutte le età, testimoniate dai sorrisi che si sono alternati agli sguardi commossi dei genitori Silvio e Mirella, dei fratelli Marco e Isabell e di tutti i famigliari, degli amici, dei giovani e degli anziani presenti alle esequie.
«La fraternità che ci ha regalato Andrea, come fa Gesù nel Vangelo, è qualcosa di straordinario. – ha affermato don Giuseppe Cadonà, vicario della Comunità Pastorale “Madonna del Carmine” durante l’omelia – Molti hanno partecipato alla sua battaglia, parenti, amici e istituzioni hanno combattuto insieme a lui questo male incurabile. Andrea è riuscito ad aprire i cuori di tanti e la sua esperienza ha fatto sentire un Vangelo che non tutti conosciamo, ma che incarniamo nei gesti di amore e carità di questi anni: questo resta».
«Di fronte alla fatica, al dolore alla morte, siamo tutti scoraggiati, sfiduciati, senza speranza. Di fatto, oggi, tutti piangiamo. Facciamo fatica a vedere la presenza del Risorto in questi momenti, a vedere una via d’uscita. Anche noi vogliamo chiedere al Signore: “Perché?” – ha proseguito il sacerdote – In questi giorni diremo in modo discreto i nomi di Silvio, Mirella, Isabell, Marco e tanti altri, di tutte le persone che in questi anni hanno sostenuto, incoraggiato, amato e curato Andrea. Gli staremo vicini, pronunceremo con affetto il nome di ciascuno di loro: questa vicinanza la manifesteremo con gesti delicati e coraggio, parole che abbiano il senso della misura. Ma più che le parole conteranno gli sguardi, gli abbracci e le lacrime».
Dopo la comunione, con chitarra e voce, le note del brano di Elisa O forse sei tu hanno accompagnato le ultime fasi della celebrazione. Don Giuseppe ha infine voluto ringraziare tutti i presenti «per lo stile di preghiera e il silenzio. Non è facile, non è stato facile, anche se non ho conosciuto Andrea ho sentito tanto bene negli incontri fatti con i familiari. Vedere il bene fa bene: nonostante la fatica, grazie Andrea, per il bene che hai suscitato».
All’uscita del feretro dal santuario, dal sagrato straripante di persone in rispettoso e assordante silenzio, si è levato un commosso applauso. Dopo la lettura di alcuni pensieri, il padre del 29enne, Silvio Rossi, ha espresso il proprio, emozionato, grazie a tutte le persone che hanno voluto condividere anche questo difficile momento insieme a loro. Ai presenti sono stati infine donati alcuni sacchettini contenenti dei semi da piantare, in ricordo di Andrea.