Attualità - 23 giugno 2022, 07:02

La lotta degli agricoltori varesini contro la siccità: «I nostri campi come la Sardegna: siamo solo a giugno e facciamo almeno il 50% di prodotto in meno»

Paolo Zanotti, titolare dell'azienda "Il Ronco" di Casciago e vicepresidente di Coldiretti Varese, racconta le preoccupazioni della categoria: «Situazione critica. E se non arriverà la pioggia nei prossimi giorni sarà ancora peggio. Se produciamo meno fieno e mais da dare da mangiare ai nostri animali dovremo comprarlo, ma i prezzi salgono sempre di più»

«Guardate, sembra di essere in Sardegna. Ma siamo a Varese, dove l'acqua non è mai mancata, e siamo a giugno, non a metà agosto. Una cosa così non l'avevo mai vista». Paolo Zanotti è appena sceso dal trattore verde con il quale sembra accarezzare il prezioso fieno appena tagliato nei campi di fronte a Sant'Eusebio, a Casciago. E' primo pomeriggio, il sole picchia scacciando le nuvole e non ha riguardi per chi fa fatica.   

Zanotti, presidente dell'associazione Agrimercato e vicepresidente di Coldiretti Varese, è uno dei tanti agricoltori e allevatori della nostra provincia costretto a fare i conti con quello che solo alcuni anni fa da noi era impensabile: la siccità. La sua azienda, la Società Agricola "Il Ronco", da generazioni alleva bestiame e produce latte, formaggi, yogurt e altri prodotti legati alla zootecnica. Paolo sorride, con la fiducia che non abbandona mai chi è legato alla propria terra, ma non nasconde la preoccupazione.

«La situazione è critica in questo momento - ammette - Non ho mai visto in tanti anni di lavoro campi così secchi e prati così aridi, sembra di vedere i posti di quando si va al mare. Ma siamo a Varese... ». Le piogge cadute col contagocce negli ultimi mesi, lo scarso apporto che arriva dalle montagna, dove la poca neve non basta più ad alimentare le fonti, fanno sentire i loro effetti sulla produzione: «Lavoro al fieno in questi giorni e ne sto raccogliendo almeno il 50% in meno di prodotto. Speriamo nei temporali» 

Ma non sono solo i prati a preoccupare. Ci sono i campi di mais, fondamentale per l’alimentazione del bestiame, che hanno sete: «Il mio mais per ora sta reggendo - continua Zanotti - ma per quanto ancora? Ha i giorni contati. Se non arriverà presto la pioggia la situazione sarà molto critica, anche perché quest’anno, viste le difficoltà economiche a livello internazionale e gli aumenti delle spese per materie prime e carburante, abbiamo bisogno di fare più prodotti possibili in azienda per non dipendere dall'esterno e pagare sempre di più». 

Sul fronte del bestiame la situazione nella sua azienda è sotto controllo: «Le vacche per ora reggono le temperature. Certo, fa caldo. Ma abbiamo i ventilatori e abbiamo migliorato molto anche le razioni alimentari, utilizzando materiali più freschi, che "appesantiscono" meno gli animali».

Ma alimentare le vacche richiede mais e foraggio e senz'acqua se ne produce sempre meno. «Il mais viene raccolto a settembre e deve coprire la metà del fabbisogno alimentare del nostro bestiame per un anno - spiega Zanotti - Se non arriva abbastanza pioggia in questi giorni la produzione ne risentirà, così come quella del fieno. E questo vorrà dire che ne raccoglieremo di meno e dovremo acquistarne di più. Con prezzi che continuano a salire».

Costi che prima o poi faranno sentire i loro effetti anche sul portafogli di chi fa la spesa: «Da mesi materie prime e gasolio costano sempre di più - conclude - ma noi abbiamo deciso di mantenere i prezzi stabili, senza alcun aumento. Lo facciamo perché la situazione è critica per noi, ma lo è anche per i consumatori».



Bruno Melazzini e Andrea Confalonieri