Calcio - 04 giugno 2022, 05:10

Il 13 giugno si scrive il futuro della nuova Pro Patria: cioè quella di prima, con Patrizia Testa

L'ANALISI DI UNA SETTIMANA CONVULSA. L’assemblea, che si terrà in parte a Gallarate e in parte online, avrebbe dovuto decretare o la messa in liquidazione o una ricapitalizzazione: attesa la seconda mossa da parte della socia bustocca dopo l’accordo sulla parola annunciato da Sgai. Ma sarà davvero tutto come prima? Il coraggio della cordata, i quesiti su distribuzione delle quote e campo, gli scenari che si aprono, il pubblico da ritrovare

Lo Speroni ai “bei tempi” con i popolari gremiti ai tempi della promozione: uno spettacolo da ritrovare, o meglio da ricostruire - Foto Belosio

La settimana era iniziata con la proposta scritta di un pool di imprenditori per la Pro Patria ed è finita con una variazione sul tema. Il tema è Busto Arsizio che si riprenderà i tigrotti dal consorzio Sgai, la variazione è che salvo colpi scena la nuova Pro sarà quella di prima, ovvero di Patrizia Testa.

Ma sarà proprio come prima?

Ieri pomeriggio era stato annunciato «un accordo sulla parola» tra l’avvocato Antonio Muro, amministratore unico del consorzio napoletano, e il commercialista gallaratese Sergio Beia. Accordo che superava dunque la trattativa avviata dal gruppo bustocco: l’unico, in questa vicenda, che era passato dalla richiesta di informazioni a uno sforzo concreto.

L'intervento e la differenza

Dell'intervento di un secondo commercialista e della necessità di limare la proposta, Muro aveva fatto menzione già mercoledì. Ma ciò aveva fatto ipotizzare ai più un professionista chiamato in causa più per aiutare le parti a trovare un punto di incontro. Ieri l’annuncio dell’intesa trovata e la citazione esplicita dell'identità del commercialista, che ha fatto pensare immediatamente a Patrizia Testa.

La vicenda, tuttavia, non può definirsi chiusa fino al 13 giugno. Perché non prima? Perché decisivo è il passaggio nell’assemblea dei soci, già preannunciata dopo che il cda – composto dal presidente della Pro Domenico Citarella e dal consigliere Carlo Alvino – aveva approvato il bilancio trimestrale, con circa 850mila euro di spese da sostenere. Assemblea che – senza compravendite nel frattempo – avrebbe potuto avere solo due finali, si diceva già: o qualcuno, ovvero la stessa Testa, ricapitalizzava oppure Sgai, senza più possibilità di mettere mano ai propri conti sequestrati dalla Procura, avrebbe operato la messa in liquidazione della società biancoblù. Eventualità, quest’ultima, che Patrizia Testa - presidente fino allo scorso novembre, quando aveva ceduto il novanta per cento delle quote al consorzio partenopeo – non avrebbe mai permesso dopo tanti anni di impegno allo Speroni: una delle poche certezze di questa intricata vicenda.

Lunedì 13 giugno, se l’accordo sulla parola diventerà effettivo, avverrà il rifinanziamento, il cda darà le dimissioni e verrà nominato un amministratore unico o un altro cda a seconda della presenza eventuali di soci e della strategia della proprietà. Mancano nove giorni, pochi o tantissimi a seconda dai punti di vista. È chiaro che fino a quel momento non si può scrivere la parola fine, l’anno alle spalle lo insegna. Ma un punto fermo, almeno a livello di intesa, è stato raggiunto.

Quel giorno, si terrà l’assemblea con le due parti riunite, o meglio quella di Testa a Gallarate, mentre i rappresentanti del consorzio napoletano - l'amministratore unico di Sgai Antonio Muro e l'attuale presidente della Pro Domenico Citarella, che ha fatto la convocazione - si collegheranno online da quello che si è stabilito finora. Poi si potrà rimettere in moto la Pro Patria, con l’iscrizione da effettuare entro il 22 giugno e la nuova stagione da pensare. Come e con chi - se cioè con altri soci e con quale scelte tecniche -, si vedrà.

In queste ore non emergono dettagli dalle parti e si è espresso ufficialmente solo Sgai. Restano interrogativi aperti: ad esempio, se Patrizia si presenterà con un altro socio oppure no, il ruolo che avrà, perché c’è sempre l’incompatibilità con il consiglio comunale.

«Più semplice il Milan»

Ma intanto la città sente una via tracciata per il futuro. Per dirla come un tifoso ieri: «Speriamo in bene, anche perché devo fare l’abbonamento». Un altro faceva notare scherzando ma non troppo che le cessioni del Chelsea e del Milan sono state meno complesse.

In realtà, così si realizzerebbe l’ipotesi primaria circolata a suo tempo: ovvero la ripresa della Pro Patria da parte di Patrizia Testa, che finora non ha parlato ufficialmente. Prima di questo che ancora è presto per definire traguardo, c'erano state telefonate generiche di altri gruppi a Napoli ma uno solo ha preso un aereo e ci ha messo la faccia. Un gruppo che non spuntava dal nulla, perché ai tigrotti aveva sempre creduto anche in precedenza sostenendo la Testa come sponsor.

Che, quando ha diffuso ufficialmente la notizia della sua proposta scritta, ha usato un’espressione importante, invitando altri a partecipare, per «un futuro di ampio respiro» e che potrebbe continuare a farne parte in qualche modo. Che cosa accadrà se la strada ipotizzata in queste ore verrà confermata? Si è condotta la Pro Patria in un porto sicuro per poi proseguire con la ricerca di compratori con maggiore calma e sarà un anno di transizione? Oppure si getteranno già semi per quel futuro di cui c'è disperatamente bisogno, come insegnano anche gli spalti vuoti? E ancora, quanto accaduto implica che il progetto giovani andrà avanti con la serietà di Turotti, pilastro di questa Pro capace di miracoli, persino nel tormentato anno alle spalle? Cosa accadrà al quadro tecnico? Ieri è girata la voce tra l'altro anche che Sala non possa allenare per via del patentino.

Ma qui già ci si spinge avanti nel tempo e nella visibilità delle intenzioni, mentre  tutto passa da quel 13 giugno.

Mentre non c'è nulla di scontato.

I casi della vita, il giorno dopo l’esito della finale playoff per la B tra Padova e Palermo, la Pro Patria definirà la sua formazione societaria per tenersi stretta la presenza in C. 

Ma. Lu.


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