Valle Olona - 10 maggio 2022, 06:00

Gli alpini di Olgiate all’Adunata di Rimini. Con un pensiero a Sergio Salerno: «Con noi nel cuore»

Anche il Gruppo Alpini olgiatese era presente al raduno nazionale. «Uno degli appuntamenti più importanti dell’anno», spiega il capogruppo Stefano Pavesi, che ha sfilato con una foto dell’indimenticato Salerno nel cappello

Tra le migliaia di alpini presenti alla 93esima Adunata Nazionale che si è svolta a Rimini durante l’ultimo fine settimana c’erano anche i rappresentanti del gruppo olgiatese, che hanno accolto con gioia la possibilità di tornare a partecipare a questo importantissimo evento.

«Non eravamo sicuri di riuscire a tornare a riunirci quest’anno – ha spiegato il capogruppo Stefano Pavesi – ma per fortuna l’allentamento delle restrizioni ci ha permesso di ritornare a vivere questo bellissimo momento, che per tutti noi è uno degli appuntamenti più importanti dell’anno».

Per chi ha portato il cappello degli alpini, infatti, l’Adunata è un momento molto speciale, un’occasione in cui si torna, anche solo per qualche giorno o qualche ora, a respirare quello spirito di corpo che ha lasciato un segno così profondo in tutte le loro vite e che ha contribuito a farli diventare le persone che sono.

«Durante l’Adunata – ha sottolineato Pavesi – ti trovi circondato da persone che condividono i tuoi stessi valori e i tuoi stessi ideali di amicizia, fratellanza, amore per la patria e volontariato, quegli stessi valori che ogni giorno ci spingono ad impegnarci attivamente anche all’interno delle nostre comunità.

Durante quei tre giorni, poi, capita spesso di ritrovare chi ha fatto il militare con te, persone con le quali hai formato durante un periodo molto particolare e, spesso, anche difficile, legami molto forti che si sono trasformai in amicizie profonde; infine per noi è anche l’occasione per ricordare chi è andato avanti durante l’anno, e per questo non ha potuto sedersi al tavolo a brindare».

Tra coloro che sono stati presenti al raduno guardando dall’alto i compagni c’era sicuramente anche l’olgiatese Sergio Salerno, scomparso prematuramente alla fine dello scorso anno, che però ha potuto sfilare comunque grazie agli amici del Gruppo Alpini Olgiate Olona.

«Sergio era presente con noi nel cuore – ha ricordato il capogruppo Pavesi – durante la sfilata di chiusura dell’adunata tutti stavamo pensando a lui, e avevamo una sua foto, chi in tasca, chi nel portafoglio e chi, come nel mio caso, sul cappello».

Un gruppo molto legato, quello delle penne nere olgiatesi, che negli ultimi due anni e mezzo non ha perso occasione per scendere in prima linea e spendersi personalmente per la comunità, sia durante l’emergenza sanitaria, raccogliendo fondi e supportando le famiglie in difficoltà, sia per quanto ha riguardato l’accoglienza e il sostegno ai rifugiati ucraini che sono giunti nel nostro paese.

Un periodo duro e faticoso, che ha richiesto ai volontari molta forza ed energia, che in parte arrivano proprio dall’Adunata.

«Sfilare in mezzo agli altri, condividere i racconti sulle proprie vite, confrontarsi con gli Alpini che vivono in altre zone d’Italia e festeggiare quello che per noi rappresentano gli alpini – ha proseguito Stefano Pavesi – sono esperienze e emozioni che ti danno tanto.

Momenti come questo, che rappresentano la celebrazione dello spirito di corpo e dei nostri ideali, ti danno la carica e ti permettono di ritrovare quelle energie che saranno indispensabili per lavorare come abbiamo sempre fatto durante i prossimi mesi».

In ultimo la tre giorni nazionale dedicata agli alpini è anche un momento di socialità e di festa, il ritrovo di una grande famiglia dove tutti sono pronti a fare la propria parte per il benessere degli altri.

«Se hai bisogno di qualcosa o sei in difficoltà trovi subito qualcuno che ti tende una mano ed è pronto ad aiutarti anche se non ti conosce – ha concluso Pavesi – perché condivide con te la visione del mondo e dei valori più importanti; se il mondo fosse come l’Adunata degli Alpini non assisteremmo a certe cose.

Del resto basta vedere cosa succede all’interno della sezione di Varese, dove ognuno fa la propria parte, chi mettendo un granello, chi una roccia, chi un masso, per creare quella che è una vera a propria montagna fatta di solidarietà».

Loretta Girola