La Resistenza non è stata fatta solo dai partigiani combattenti, ma è stata il risultato degli sforzi di tutti gli uomini e le donne che hanno lottato, ognuno a modo suo, per liberare il popolo italiano dall’oppressione. È questo il messaggio che Alberto Centinaio, Luigi Roveda e Aurelio Legnani hanno voluto tramandare oggi - 22 aprile - ai ragazzi delle classi quarte e quinte dell’istituto Facchinetti di Castellanza, nell’ambito dell’evento “Sognando la Libertà” organizzato dalla scuola in collaborazione con Anpi Castellanza.
«Mai come in questo periodo c’è stata la necessità di capire quale sia la differenza tra pace e conflitto, di comprendere come sia possibile superare i contrasti – ha sottolineato la preside Anna Maria Bressan – per farlo è necessario comprendere l’altro, il contesto e le situazioni che hanno portato al conflitto. Tutto questo è possibile solo se si conosce, riflette e impara. In questo - ha proseguito la preside - la scuola ha un ruolo fondamentale, soprattutto quando è supportata dalle amministrazioni e dalle altre realtà del territorio che fanno rete per garantire ai ragazzi la miglior educazione possibile».
A coordinare l’incontro è stato il professor Ciro De Angelis, che ha brevemente introdotto il quadro storico in cui si contestualizza la lotta partigiana, per poi passare la parola ad Alberto Centinaio e Luigi Roveda. Sono stati loro a raccontare ai giovani presenti alcuni eventi accaduti negli anni della Resistenza che hanno avuto come protagonisti partigiani nati e cresciuti sul territorio.
«Samuele Turconi – ha spiegato l’ex sindaco di Legnano, Centinaio – era un giovane poco più grande di voi, nato all’interno della Cascina Mazzafame; diventato un artificiere durante il servizio militare, presto si unì alla lotta partigiana e utilizzò le sue competenze per la libertà del popolo italiano. Utilizzò spesso gli esplosivi per far deragliare i treni che portavano i rifornimenti alle truppe tedesche, ma questo fu possibile solo grazie all’aiuto di coloro che abitavano nei comuni della zona, che producevano i componenti nelle fabbriche, facevano la staffetta per consegnarli ai Partigiani e li sostenevano e aiutavano ogni giorno fornendo loro cibo e rifugio».
I Partigiani combattenti, dunque, erano solo la parte più visibile della Resistenza italiana, che affondava profondente le sue radici nel tessuto sociale grazie all’impegno, spesso silenzioso e sconosciuto, di uomini, donne e ragazzi che ogni giorno si opponevano al regime con piccoli e grandi atti di ribellione.
Di questo è sicuramente esempio anche la storia dei ragazzi dell’oratorio San Giuseppe a Castegnate, narrata dall’ex sindaco Roveda.
«In quegli anni – ha ricordato Luigi Roveda – l’oratorio di San Giuseppe assunse un ruolo fondamentale nella lotta antifascista; il coadiutore di allora era un uomo con le idee molto chiare, e sin da subito insegnò ai ragazzi a fare la propria parte per difendere i valori in cui credevano.
Dall’oratorio uscirono molti ragazzi che finirono per scegliere di scendere in prima linea per lottare contro il fascismo, come ad esempio Antonio Buzzi e Giulio Moroni, che dopo la guerra divennero anche sindaci della nostra città.
All’interno dell’oratorio i ragazzi impararono a dar valore alle cose, a capire quello che succedeva intorno a loro e a fare le scelte giuste; impararono che i veri valori sono alla base di tutto quello che vale la pena di perseguire nella vita».
A chiudere l’incontro, al quale hanno presenziato anche il sindaco di Castellanza Mirella Cerini, l’assessore Davide Tarlazzi, la consigliera delegata del comune di Busto Arsizio Claudia Cozzi e la presidente Anpi provinciale di Varese Ester De Tomasi, è stata la testimonianza di Aurelio Legnani, partigiano oggi novantaseienne che fu uno dei protagonisti della Resistenza sul nostro territorio.
«Anche noi eravamo tutti ragazzi, a volte poco più grandi di voi – ha spiegato Aurelio Legnani ai giovani studenti del “Facchinetti” – e ce l’abbiamo fatta perché ognuno ha svolto il suo compito, perché siamo rimasti insieme.
Una persona da sola non può fare molto, ma un popolo unito come eravamo noi italiani allora può riuscire a fare tutto.
Ricordatevi che la storia è scritta dalle persone, che ciascuno di noi contribuisce a riempire le pagine dei libri di storia; anche la Resistenza è stata fatta da persone che volevano la libertà per sé e i figli. È molto importante che oggi anche voi facciate la vostra parte, che siate responsabili per voi stessi e per le vostre azioni; io ho molta fiducia in voi, ma non dimenticate mai che per fare del vostro meglio avete bisogno di non smettere di imparare e conoscere».