Economia - 06 aprile 2022, 21:58

Russia, Feltrin: «Su blocco importazioni legno pensare a misure compensazione o interi settori a rischio»

Il presidente di FederlegnoArredo: «Le decisioni prese a Bruxelles per mettere in ginocchio l’economia russa sono sacrosante e totalmente condivisibili, ma questo non ci esime dal porci il problema di come affrontare e gestire le conseguenze»

Il presidente Claudio Feltrin

«Qualora nel quinto pacchetto di sanzioni oggi al vaglio delle istituzioni europee, fosse compreso, come già annunciato dalla stampa, anche il blocco totale delle importazioni di legname da quei territori, per la nostra filiera ci sarebbero pesanti ricadute che andrebbero ad aggravare una situazione già complessa per l’approvvigionamento di materia prima legnosa, per il caro energia e per le grandi difficoltà di export verso i mercati direttamente coinvolti nel conflitto».

Lo dichiara Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo. Sottolineando: «Le decisioni prese a Bruxelles per mettere in ginocchio l’economia russa sono sacrosante e totalmente condivisibili, ma questo non ci esime dal porci il problema di come affrontare e gestire le conseguenze che inevitabilmente ci saranno anche sulla nostra filiera. Pavimenti di legno, imballaggi industriali, pallet, sono settori che rischiano di trovarsi senza più materia prima disponibile, con ordini inevasi e blocco delle produzioni».

Di qui la richiesta al Governo di un fondo ad hoc «per la filiera che sostenga le aziende impattate e di adoperarsi fin da subito per rafforzare il prelievo di legname italiano, materia prima di cui siamo ricchi, ma, nonostante ciò, siamo colpevolmente dipendenti dall’estero». E ancora: «Siamo inoltre al lavoro sui tavoli europei per confrontarci con le altre associazioni europee di categoria per trovare soluzioni efficaci e comuni. Già da mesi - ricorda Feltrin - stiamo lavorando per proporre alla Commissione Europea l’attuazione di uno strumento di difesa commerciale che impedisca almeno l’esportazione di tronchi dall’Ue verso i paesi terzi. Ci auguriamo che adesso, più che mai, arrivi una risposta positiva in tal senso».

Redazione