«Vivo ad Azzate da quanto sono nato, prima “per caso” e poi per scelta.
Come tanti paesi della provincia italiana è uno di quei comuni a cavallo fra la città e la campagna, col suo tessuto sociale e artigianale che per tanti versi è restato immutato negli ultimi 50 anni, mentre per altri è cambiato drasticamente.
Vivo ad Azzate, per scelta, perché sono cresciuto andando in bicicletta a Vegonno, con le feste del paese e quella della Madonnina del Lago, correndo sul campone polveroso dell’oratorio, buttando sempre un occhio al lago e al Campo dei Fiori.
Vivo ad Azzate e come tanti, forse tutti, gli azzatesi, negli ultimi giorni sono restato basito vedendo le immagini di abbandono, incuria e inquinamento in cui versa l’ex Campeggio Sette Laghi. Sono restato basito, e dispiaciuto, provando anche un senso di frustrazione e vergogna nel vedere un vero e proprio scempio a due passi da casa, sulle sponde del nostro lago.
Quelle macerie, la lana di roccia e l’amianto abbandonati e in parte inglobati dal terreno sono l’immagine plastica di un totale disinteresse, da parte dei più e ad ogni livello. Sono l’immagine di un modo di agire che considera il benessere, nel suo totale, l’attenzione al territorio e all’ambiente come secondari, se non come ostacoli.
Nessuna sorpresa però; già a inizio mese la situazione era emersa, con tanto di materiale fotografico, su qualche testata locale; viene quindi da chiedersi come possano essere giustificate le tante reazioni di sorpresa, al di là di qualsiasi dinamica di maggioranza o minoranza, di curatori e avvocati. La situazione era ed è oggettiva, e adesso sotto agli occhi di tutti.
La risoluzione, però, non può essere costruita a colpi di “ignoro” e “non sapevo”, e neppure addossando responsabilità ed oneri alla nuova proprietà, finendo nel tristemente noto stereotipo all’italiana del “non è colpa di nessuno”. Sarebbe prima di tutto una sconfitta per tutti gli azzatesi e per la comunità, e in seconda battuta sarebbe il modo migliore per disincentivare investimenti positivi sul nostro territorio. Azzate, che dovrebbe finire alla ribalta nazionale per le ville del ‘700, per le sue peculiarità paesaggistiche... per i suoi pregi insomma, merita rispetto e chiarezza, che evidentemente nella gestione di questa questione sono mancati.
Giacomo Tamborini, un azzatese».