Attualità - 16 marzo 2022, 07:00

Caso Moro: «Così Busto si fermò alla notizia del sequestro. Il sindaco ci chiamò, tutti insieme per la democrazia»

I ricordi del consigliere Maurizio Maggioni in quel tragico 16 marzo 1978 quando fu massacrata la scorta: «A scuola ci fu qualche ragazzo che applaudì, ma poi ci trovammo uniti». Il senatore Rossi e le visite a casa Moro

Caso Moro: le forze dell'ordine sul posto dell'agguato

Caso Moro, lo shock dopo la notizia del sequestro e del massacro della scorta: così anche Busto Arsizio si fermò in quel tragico 16 marzo 1978. Ma la politica trovò la forza di stare insieme, oltre le differenze, in nome della democrazia.

I ricordi di Maggioni

Sono alcuni dei ricordi che ripercorriamo con Maurizio Maggioni, capogruppo in consiglio: oggi del Pd, allora del Pci. Ma soprattutto, 44 anni fa giovane professore al Liceo artistico. «Insegnavo in una quarta, quando entrò il bidello e mi chiese di scendere in segreteria - spiega - c'era il sindaco Giancarlo Tovaglieri che mi cercava al telefono. Voleva informare me e tutti i consiglieri di quanto fosse accaduto. Ed eravamo poi tutti convocati per un confronto».

Un aspetto che colpisce, riguarda il ritorno in aula: «Quando raccontai cosa fosse successo ai ragazzi, diversi applaudirono…». Rivela, tutto ciò un'atmosfera, che si stava insinuando sul filo del rasoio, ma seppe cambiare rapidamente in città.

Tutto quel giorno, spiega Maggioni, si fermò a Busto, dalle lezioni al lavoro, e le forze politiche, convocate a Palazzo Gilardoni, riuscirono a parlarsi e a superare le differenze. A unire le forze per ciò che contava: la difesa della democrazia. «E ci siamo riusciti, anche chi poteva avere idee più vicine alle Brigate Rosse, si staccò» sottolinea.

Giorni drammatici

Dal rapimento di Aldo Moro e dall'assassinio della scorta trascorsero poi settimane di alta tensione, con l'epilogo tragico che tutti conosciamo: l'uccisione dello statista quasi due mesi dopo. 

Un particolare lega il caso Moro a Busto Arsizio. L'allora senatore Gian Pietro Rossi, molto vicino a Fanfani, seguì a Roma quei giorni dolorosi. Fu lui - venne svelato in seguito - ad andare dalla moglie di Aldo Moro la terribile notizia. Nessun altro della Dc ebbe il coraggio.

Ma. Lu.