Un uomo che offriva libri e gentilezza e che spronava tutti con il suo esempio. Marco Dettoni, 48 anni, si è spento in queste ore e Solbiate perde un punto di riferimento. Commossi i cittadini per la scomparsa del bibliotecario che non solo svolgeva un lavoro prezioso, ma sapeva farlo con il suo sorriso traboccante di vita. Esprime il cordoglio l'amministrazione guidata dal sindaco Roberto Saporiti, come i suoi colleghi e tutti i solbiatesi.
Marco era appunto cultura, gioia di promuoverla, un grande amore per la vita. L'Aido aveva postato questo bellissima riflessione a cinque anni dal trapianto di polmoni al Policlinico di Milano: «Il sole e l’azzurro del cielo, oggi come ieri; quello che è cambiato per lui è la vita, grazie al gesto altruistico e solidale di un donatore. Leggiamo con gratitudine il racconto di Marco, della sua storia personale, della sua rinascita, del suo legame indelebile alle tante, tantissime, persone che con un gesto, una scelta o semplicemente con il proprio lavoro quotidiano, per lui hanno saputo e potuto cambiare il mondo».
E Marco la raccontava così, quella svolta nella sua esistenza il 16 aprile 2013: «Tutto era perduto, perché a volte la vita ti toglie il respiro. Letteralmente. Ma poi è tornato il sole e il cielo azzurro, come quello di questa mattina, esattamente cinque anni fa. Lo potevo vedere solo da sdraiato quel giorno, su di una barella mentre mi portavano in sala operatoria, ma in cinque anni tutto è cambiato, tutto è rinato. E devo la mia nuova vita ad un gesto, a una scelta e a un mondo in cui, nonostante tutto, ci sono ancora persone che scelgono di donare in modo gratuito. E cambiano il mondo».
Così ancora narrava gioiosamente: «E più dei numeri conta la gioia di tutti i respiri finalmente autonomi, i passi fatti, le salite, le discese, le scale (!), la sorpresa di un fiore sbocciato fuori dalla porta, i colori di un tramonto che ti sorprende alla fine di una dura giornata di lavoro, il mare che ti bagna i piedi e la montagna che ti ricorda quanto sei piccolo, le persone incontrate, il tempo e le risate con gli amici, le esperienze vissute e che ti fanno crescere, l’affetto e l’amore ricevuto (tanto), l’affetto e l’amore che ho potuto dare, le parole scritte e quelle dette senza interrompermi per riprendere fiato… E soprattutto conta avere questa certezza nel cuore: che c’è ancora un mondo, là fuori, che sceglie la vita».
Il suo messaggio terminava con una raffica di gioiosi grazie, dal personale dell'ospedale a tutti coloro che gli erano stati accanto.
Ma anche alla biblioteca, «prima di essere un luogo fisico è stata un incrocio magico di persone e storie». E i donatori che con una scelta, una firma riescono a dare luce agli altri.
Adesso Marco sembra volato via, ma la sua energia gentile continua a scorrere. E tutti coloro che lo ricordano oggi, non posso che farlo ripetendo quella parola da lui usata ripetutamente, «grazie».
Non è ancora stata fissata la data dei funerali.