Busto Arsizio - 06 febbraio 2022, 11:32

Al Parco Alto Milanese 4.000 conigli selvatici: il punto della situazione

Dopo il confronto tra associazioni, agricoltori e un tecnico faunista, si tirano le somme sul polmone verde tra Legnano, Busto e Castellanza. Alla ricerca di soluzioni

Colonia di conigli al Pam, proliferazione e danni all'agricoltura

Criticità legate alla supercolonia di conigli cresciuta a dismisura nel Parco Alto Milanese: punto della situazione a più voci. 

DAVIDE TURRI – PRESIDENTE DEL CONSORZIO  

Qual è lo scenario attuale?

Il monitoraggio è stato effettuato dall' esperto faunista Carlo Lombardi, con l’obiettivo di affrontare tale tematica nel modo più appropriato possibile, sulla base di dati oggettivi. L’analisi ha consentito di determinare il numero di conigli selvatici presenti e confermato che purtroppo il numero è molto elevato rispetto alla superficie del parco. Son anche state censite  le tane, con rilievo dei danni al bosco e gli impatti sulle coltivazioni. Il rilevamento notturno ha consentito di determinare un numero di conigli selvatici superiore alle 4.000 unità.

Azioni future?

La competenza degli interventi di prelievo, che è una misura eccezionale volta a ristabilire gli equilibri ecologici, è in capo alla Regione Lombardia, tramite la Polizia Provinciale, secondo il piano di gestione. Saranno loro a definire le modalità attuative. Parallelamente, e su questo può incidere il Pam, si possono porre in essere azioni rivolte al miglioramento e alla differenziazione della fauna e degli animali antagonisti per riequilibrare l’ecosistema. Ad esempio abbiamo riscontrato che, dove è presente il bosco ad alto fusto, non vengono fatte le tane, mentre le zone più intaccate sono quelle dei boschi da taglio costituiti da robinie. Su questo stiamo intervenendo con opere di pulizia e miglioramento forestale che alla lunga darà buoni risultati. Come deterrente non è possibile recintare tutti i terreni del Parco, data l’estensione di 370 ettari.  

Intendete allacciare rapporti con le associazioni animaliste?

Non escludiamo nulla e siamo aperti al dialogo, come abbiamo fatto nella riunione organizzata dal consorzio con le parti interessate, gli agricoltori, le associazioni animaliste ed ambientaliste. In questo il parco può informare ed essere facilitatore rispetto a proposte che vengano avanzate dalle associazioni, che dovranno però poi essere valutate da parte degli organi preposti.  

Che dire dei danni subiti dagli agricoltori?

Penso che questo tema sia estremamente complesso e sia oggi una delle criticità maggiori del parco, sia perché il Pam vive di agricoltura, sia perché i segni iniziano a vedersi pesantemente sui nostri boschi. D’altro canto compendiamo le motivazioni delle associazioni animaliste con le quali il confronto deve essere aperto in relazione a possibili soluzioni da loro avanzate.  

Qual è la posizione del Consorzio in merito al tema della caccia?

In ogni caso, e su questo occorre essere chiari, nel Parco alto milanese è presente il divieto assoluto di caccia istituito da oltre dieci anni sui tre Comuni di Legnano, Busto Arsizio e Castellanza per la sicurezza delle persone che lo frequentano con un territorio di circa 160.000 abitanti nel suo intorno.  

ANDREA AIROLDI – BOTTEGA AGRICOLA  

«Ho parlato con altri agricoltori e sono tutti d'accordo che il problema è più grosso di quello descritto nel recente incontro e tra l'altro anche per i boschi non è una bella situazione. Noi agricoltori non vogliamo lo sterminio dei conigli ma vogliamo che il nostro lavoro sia rispettato: siamo anche d'accordo nei termini di legge con la cattura da parte delle varie associazioni animaliste, ma loro dovrebbero avanzare delle soluzioni concrete e fattibili il prima possibile perché la situazione è veramente grave, sia per l'agricoltura, sia per i boschi. Voglio aggiungere una cosa provocatoria: si dovrebbero quantificare i danni reali provocati da questi animali e le associazioni animaliste dovrebbero impegnarsi per aiutarci nel ristorarci i danni che subiamo. Noi abbiamo bisogno di risorse economiche per vivere, in quanto l’agricoltura vive dei propri raccolti».

BARBARA BORRA – CASCINA FRISONA

«L’incontro penso sia stato utile e costruttivo, il problema dei conigli per noi è una cosa seria, stanno compromettendo il futuro della nostra azienda, noi lavoriamo con impegno costante e una grande passione le nostre terre. Vedere il nostro lavoro distrutto in pochi giorni non è solo un forte danno economico ma è mortificante dal punto di vista morale. Il paesaggio negli ultimi anni è cambiato. C’è la siccità e i conigli hanno compromesso tutta la vegetazione erbacea e arborea. Sono contenta che il presidente Turri abbia capito da subito la gravità del problema e gli effetti che può avere sul parco e sulle aziende che ospita, nel breve ma soprattutto nel lungo periodo, se non si trova una soluzione tempestiva e se non si inizia a fare qualcosa da subito. Come azienda siamo disposti alla convivenza con i conigli, negli anni passati abbiamo messo in conto una percentuale di perdite di raccolto per la selvaggina ma ora è diventata veramente troppo alta per poterla sostenere, sono diventati veramente troppi e il numero è destinato sicuramente a crescere se non si interviene».

ASSOCIAZIONE COMITATO LABORATORIO DI QUARTIERE MAZZAFAME – PRESIDENTE NINO TOLA

«Ho partecipato al recente incontro in duplice veste, sia come comitato laboratorio di quartiere Mazzafame sia come hobbista ortolano. È un problema che ci assilla da anni, il moltiplicarsi dei conigli, ai quali si aggiungono gli scoiattoli che non fanno altro che distruggere divorando quello che coltiviamo. Avevamo sollecitato come associazione più volte l’ente parco e ci eravamo anche rivolti alla città metropolitana, che ci aveva assicurato che il problema era a loro noto e che avrebbero preso dei provvedimenti. Non abbiamo fatto altro che ribadire il problema delle migliaia di roditori e ci hanno assicurato che a breve interverranno. Siamo soddisfatti della discussione avvenuta, tutti hanno preso atto del problema. È stato ribadito che le colture all'interno del parco sono un valore aggiunto, anche perché preservano dalla speculazione edilizia».

Raffaele Specchia