Alto Milanese - 01 febbraio 2022, 11:15

Monitoraggio faunistico al Pam: proposte e posizioni a confronto

Analisi rivolta, in particolare, alla presenza della minilepre e del coniglio selvatico. Oltre 4.000 esemplari ed una densità che richiede attenzioni e interventi per preservare boschi e raccolti, nel rispetto del divieto di caccia istituito dal Consorzio del parco tra Busto, Castellanza e Legnano

Il Parco Alto Milanese ha avviato un monitoraggio faunistico ed un'analisi, in particolare, rivolta alla presenza della minilepre e del coniglio selvatico. Specie non autoctone, la cui presenza nel parco che abbraccia i territori di Busto Arsizio, Castellanza e Legnano ha assunto negli anni dimensioni importanti ed il cui numero è in costante crescita, con oltre 4.000 esemplari ed una densità molto elevata.

L’ intervento è stato chiesto ripetutamente al Pam dagli agricoltori che evidenziano numerosi danni ai raccolti, oltre alla frustrazione di vedere puntualmente vanificato il proprio lavoro, ma anche a seguito del riscontrato deterioramento dei boschi per via delle tane che compromettono il sottobosco e rendono instabili gli alberi, ed in particolar modo le robinie.

Lo studio, condotto dall’esperto faunista Carlo Lombardi, specializzato in questo tipo di tematica, è stato realizzato nell’ottica di delineare la densità di tale specie nel Parco Alto Milanese ed interfacciarsi con gli organi competenti.
La competenza degli interventi di prelievo, infatti, che è una misura eccezionale volta a ristabilire gli equilibri ecologici, è in capo a Regione Lombardia tramite la Polizia Provinciale.

Parallelamente, il Parco ha l’obiettivo di porre in essere azioni rivolte al miglioramento e alla differenziazione della fauna e degli animali antagonisti, per riequilibrare l’ecosistema.
In tal senso si è tenuta lunedì 31 gennaio, in modalità remota una riunione con circa una trentina di partecipanti tra parti interessate, agricoltori, associazioni e vertici del Pam proprio per informare sui risultati del monitoraggio e comprendere le reciproche posizioni, spiegare gli interventi a breve termine e discutere le proposte di lavoro a lungo termine.

Tra gli interventi anche quello del “Comitato dei 60 ortolani” del quartiere Mazzafame a Legnano, dove, se in questo caso può risultare relativamente semplice porre in essere una recinzione per proteggere le coltivazioni, la soluzione non è attuabile per i 370 ettari del parco agricolo che non possono essere recintati.

Le proposte emerse durante la serata verranno approfondite in relazione alla fattibilità che il Consorzio Parco Alto Milanese ricorda essere di competenza degli organi regionali preposti.

L’obiettivo del Pam, parco agricolo con il 95% del proprio territorio di proprietà privata, è quello di mantenere il divieto assoluto di caccia istituito da oltre dieci anni sui tre Comuni, per la sicurezza dei propri frequentatori e parallelamente creare le migliori condizioni per un ecosistema dove una fauna equilibrata ha un ruolo fondamentale.

Redazione