Economia - 22 gennaio 2022, 07:00

Impianti dentali: quali sono i principali tipi e quanto costano

Avere un bel sorriso non è solo importante dal punto di vista estetico, dal momento che significa che i propri denti si trovano in ottime condizioni e l'igiene dentale è perfetta.

Avere un bel sorriso non è solo importante dal punto di vista estetico, dal momento che significa che i propri denti si trovano in ottime condizioni e l’igiene dentale è perfetta. Certo, un sorriso luccicante non è un risultato che si può improvvisare, ma è comunque raggiungibile, anche da parte di tutte quelle persone che non hanno una dentatura normale.

Infatti, ci sono delle situazioni in cui è necessario intervenire per ripristinare un sorriso normale. Ad esempio, quando mancano dei denti, per colpa di alcune estrazioni oppure per altre ragioni: in questi casi, di solito si può puntare sull’installazione di specifiche protesi dentarie. Gli impianti dentali, di conseguenza, offrono ai pazienti l’opportunità di risolvere il problema dei denti che mancano.

Tutto ciò che serve sapere

Qualsiasi paziente che deve necessariamente applicare un impianto o effettuare un intervento in tal senso, deve essere a conoscenza di vari aspetti di carattere informativo. Prima di tutto, che ci sono differenti tipi di impianto tra cui scegliere, così come ciascun caso concreto deve essere valutato nello specifico, optando per la soluzione più adatta.

Ogni impianto dentale si caratterizza per essere formato da tre componenti principali. Si tratta della vite endossea in titanio, il cui scopo è quello di andare a sostituire del tutto la radice naturale del dente e viene stabilita all’interno del tessuto osseo, quello mandibolare oppure quello della mascella.

La seconda componente è rappresentata dall’abutment, quello che in gergo viene chiamato anche moncone oppure componente transmucosa, che si caratterizza per essere l’elemento di unione tra la vite e la protesi dentale. La vite di giunzione, invece, ha la funzione di collegare il moncone alla corona. La protesi fissa, infine, non è altro che la corona dentale, ovvero quei denti artificiali che vanno a prendere il posto di quelli assenti oppure che sono stati estratti. Queste corone possono essere realizzate sia in metallo ceramica che in zirconia ceramica.

Le varie tipologie di impianto dentale

Ci sono gli impianti che hanno un carico immediato oppure differito, quelli post-estrattivi, ma anche quelli che sono dotati di corone che vengono avvitate oppure fissate un apposito prodotto cementizio.

Nel caso del terzo tipo di impianto, bisogna sottolineare come la scelta tra la corona avvitata oppure cementata dipende sostanzialmente dall’esigenza di avere una corona dall’ottimo impatto estetico o meno. Quando l’impianto, sia quello singolo che quello caratterizzato da punto di sostegno per un ponte, si trova nell’area posteriore,

infine, troviamo anche gli impianti singoli, ovvero quelli che vanno a prendere il posto di un solo dente. Al tempo stesso, ci sono delle tecniche specializzate che prevedono di collocare 4 o anche 6 impianti per poter poi inserire una protesi fissa. Si tratta di un sistema molto particolare che è stato ribattezzato “Toronto Bridge”.

Le principali fasi dell’applicazione dell’impianto dentale

La prima fase è quella che prevede la foratura dell’osso e della gengiva. A questo punto, ecco che viene inserito l’impianto dentale, che viene avvitato in maniera diretta all’interno dell’osso mandibolare oppure di quello mascellare.

La terza fase è quella che prevede il fissaggio dell’abutment, la cui funzione sarà quella di permettere l’ancoraggio del dente sostitutivo, rappresentato dalla corona dentale. Dopo aver provveduto all’inserimento delle protesi, ecco che si provvede all’ultimo passaggio, che è quello relativo al fissaggio della corona rispetto all’abutment.

Nel corso degli ultimi anni, sono state sviluppate tante nuove tecniche di implantologia avanzata, che offrono la possibilità di rendere decisamente più brevi i vari trattamenti. Al contempo, tra i principali vantaggi troviamo anche quello di ottenere numerosi miglioramenti in termini di durata del decorso post-operatorio. Spesso e volentieri, tra l’altro, dopo questo tipo di trattamenti innovativi non serve nemmeno prendere alcun tipo di antidolorifico, dato che si tratta di sistemi mini-invasivi, che consentono di risolvere anche le situazioni di maggiore complessità.