Busto Arsizio - 18 gennaio 2022, 06:45

Auser Busto, da oltre trent’anni al fianco di anziani e persone fragili

Il servizio di trasporto, anzi, di accompagnamento. I progetti culturali, le feste cancellate dalla pandemia. A #Backstage il racconto dell’attività e delle prospettive della storica associazione: guarda la puntata

Da sinistra, Graziani, Volfi e Maggioni

Auser, ossia associazione per l’autogestione dei servizi. Per dirla con Maurizio Maggioni, fino a qualche tempo fa alla guida del sodalizio di Busto Arsizio, «persone pensionate che si mobilitano per aiutare altri pensionati».

In verità, un obiettivo della presidenza Maggioni è stato quello di collegare l’associazione ad altre realtà intergenerazionali del territorio.
«Quando sono diventato presidente nel 2017, ho trovato un’associazione vivacissima, molto attiva. Con diversi pensionati che si dedicavano a progetti concreti. La prima cosa che ho fatto, venendo dal mondo della scuola, è stata cercare di costruire un legame con gli studenti», racconta a #Backstage, il format video dedicato ad attualità, economia, sociale, cultura e sport del nostro territorio.

Uno dei servizi principali di Auser era ed è quello dell’accompagnamento: «Non si tratta di un trasporto, come sui taxi – precisa il vicepresidente Giuseppe Graziani –. Noi accompagniamo le persone, spesso facendo da “tramite” tra loro e il medico. Utilizziamo le nostre auto e abbiamo anche un mezzo idoneo per le persone in carrozzina. Durante il lock-down, abbiamo collaborato con il Comune per la consegna della spesa a casa».

I numeri del 2021 “parlano” di 19.700 chilometri percorsi, 700 servizi svolti, 1.526 ore totali di accompagnamento. Circa quindici gli autisti; una trentina complessivamente i volontari, tra gli addetti allo sportello telefonico e ad altre iniziative.

Oltre all’accompagnamento, sono diversi i progetti realizzati negli ultimi tempi: tra questi, “Arte per non stare in disparte”, con uno sguardo intergenerazionale con scuole e associazioni. L’obiettivo – come spiega Michela Volfi, che ha seguito l’iniziativa – è quello di «creare dei momenti di socialità e cercare di abbattere le barriere legate ad età e fragilità».

Tra le altre attività, vanno citati il percorso per difendersi dalle truffe, i pomeriggi letterari, quelli dedicati alla letteratura in dialetto, il laboratorio di scrittura in corso di definizione e le passeggiate che, dice ancora Volfi, «hanno dato forza durante la pandemia».

Pandemia che, inevitabilmente, ha influito sull’attività di Auser. «Ad agosto, alle feste della domenica partecipavano fino a 300 persone – ricorda Graziani –. Il Covid ha causato una doppia perdita, economica e di socialità».
Senza contare che, come rivela Maggioni, «nelle persone più anziane si riscontra una difficoltà a tornare a uscire di casa, perché sono timorose, si sentono più deboli».

Un aspetto su cui lavorare, continuando a puntare su scambi intergenerazionali e iniziative definite: «Se si presentano progetti precisi, dove ciascuno può mettere a disposizione le sue conoscenze, i volontari si trovano», concordano in Auser.

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Redazione