Politica - 11 gennaio 2022, 17:43

Interrogazione di Matteo Bianchi: «Il sistema non ha saputo o potuto difendere il piccolo Daniele dal padre. Perché?»

Il testo dell'interrogazione al ministro della Giustizia, Marta Cartabia, da parte dell'ex sindaco di Morazzone e deputato della Lega: «Vogliamo capire come sia stato possibile a un soggetto con tali precedenti fare determinate concessioni che sono costate la vita di un povero bambino»

L'ex sindaco e deputato di Morazzone Matteo Bianchi ha presentato un'interrogazione al ministro della Giustizia Cartabia sull'omicidio del piccolo Daniele, «brutalmente ucciso a Morazzone dal padre che ha scosso l’intera provincia». Davide Paitoni, «mentre si trovava ai domiciliari - prosegue Bianchi - prima ha tolto la vita al figlio e poi, eludendo le misure di custodia, ha tentato di accoltellare la moglie raggiungendola nella vicina città di Gazzada Schianno».

«Fatti di una gravità assoluta che, viste già le precedenti denunce a carico del soggetto, mettono in evidenza tutte le lacune del nostro sistema - commenta il deputato della Lega - Per questo abbiamo depositato un’interrogazione indirizzata al ministro Cartabia per capire le motivazioni che hanno reso inefficaci le precedenti disposizioni e come sia stato possibile, ad un soggetto con già tali precedenti, fare determinate concessioni che sono costante la vita di un povero bambino».

Ecco il testo dell'interrogazione di Matteo Bianchi.

(cofirmata da Paola Frassinetti di Fdi e dall'onorevolo Veronica Giannone di FI)

Al Ministro della giustizia

Premesso che: 

Davide Paitoni, a Capodanno, a Morazzone, in provincia di Varese, ha ucciso il figlio Daniele di soli 7 anni con una coltellata alla gola e poi è evaso dai domiciliari per tentare di accoltellare a morte anche la moglie raggiungendola a Gazzada Schianno, nella casa dei genitori di lei;

la vicenda mette sotto accusa un sistema che non saputo o potuto difendere un bambino e la sua mamma da un uomo che già nel novembre scorso, aveva tentato l’omicidio di un collega di lavoro ed è evidente che non hanno funzionato in primis la custodia cautelare ma anche il rapporto della tutela sul minore, oltre che le interlocuzioni fra i comuni e le istituzioni;

secondo quanto ricostruisce Repubblica, la mamma di Daniele, Silvia Gaggini, separata di fatto dal marito dal 2019, aveva presentato tra marzo e aprile due denunce ai carabinieri di Azzate. La prima con tanto di referto medico. La seconda con la testimonianza di suo padre che l’aveva accompagnata. Su due presunte aggressioni, un fascicolo aperto c’era e risulterebbe aperto un “codice rosso”;

in Procura pende anche un procedimento penale nei confronti di Paitoni per i reati di lesioni e minacce, in relazione a denunce presentate nei suoi confronti dalla moglie e dal suocero a proposito di condotte aggressive in loro danno. Le denunce risalgono ai mesi di marzo e aprile scorso e si inquadrano nel contesto del conflitto familiare scaturito dalla decisione della moglie di separarsi;

inoltre, Paitoni, prima dell’omicidio del figlio, risultava trovarsi agli arresti domiciliari dopo aver colpito un collega di lavoro con un cutter, venendo arrestato per tentato omicidio. Nel documento in cui vengono motivati gli arresti domiciliari per Paitoni, la Gip afferma che «i nodi non sciolti richiedono un’indagine adeguatamente protetta» e che quindi «l’assenza di limitazioni della libertà personale di Paitoni e la sua capacità comunicativa frustrerebbe inevitabilmente il corso delle indagini».

E ancora: «evidenzia il Pubblico Ministero che Davide Paitoni sarebbe sottoposto ad altri procedimenti per reati anche connotati da violenza (maltrattamenti e lesioni), si tratta di carichi pendenti che potrebbero risolversi favorevolmente per l’indagato e che, dunque, non consentono di trarre elementi di qualsivoglia certezza». In prima istanza il Gip ha deciso di sottoporre Paitoni agli arresti domiciliari con il divieto di comunicare con l’esterno, tranne che con l’anziano padre. Ma dopo il ricorso dei legali del quarantenne, lo scorso 6 dicembre, lo stesso Gip ha poi accolto la richiesta dell’indagato di poter vedere il figlio;

sull’impasse creatasi tra Procura e Tribunale intende far luce anche il ministero della Giustizia, che ha chiesto all’ispettorato di «svolgere con urgenza i necessari accertamenti preliminari» sul caso. Le risultanze dell’ispezione ministeriale potranno chiarire i molti aspetti che destano perplessità, primo fra tutti l’affidamento del piccolo Daniele al papà Davide, nonostante le due denunce per maltrattamenti presentate dalla moglie nei confronti del marito e come mai, il Paitoni abbia avuto la possibilità di vedere il figlio e trascorrere con lui il Capodanno senza alcuna sorveglianza nonostante l’attivazione di un codice rosso per maltrattamenti in famiglia a suo carico:

se il Ministro, al fine dell’efficace tutela dei soggetti indifesi come i minori intenda approfondire ed esplicitare come mai le decisioni prese dagli enti preposti non siano state efficaci nel tutelare la vita del piccolo Daniele; se intenda modificare normativamente le disposizioni sugli arresti domiciliari incapaci, nel caso specifico, di trattenere il Paitoni;

se ritenga di modificare le modalità di collaborazione e scambio di informazioni tra Procure, magistrati e istituzioni tutte, per evitare compartimenti stagni di azione.
Matteo Luigi Bianchi

Redazione