Gestire insieme, in modo efficace e utile per i cittadini, i problemi legati alla quarta ondata di Covid e all'assenza di medici di base, costituendo un tavolo di lavoro tra Comuni e Ats Insubria.
E' questa la richiesta contenuta in una lettera firmata da 105 sindaci delle province di Varese e Como, indirizzata ai vertici della stessa Ats, oltre che al presidente della Regione Attilio Fontana, ai Prefetti e agli ordini professionali dei medici.
«Nei nostri Comuni - si legge nella missiva - stiamo registrando un numero sempre più alto di positivi, con incrementi medi giornalieri del 10 o 15%, toccando picchi mai raggiunti nel corso dei mesi precedenti».
I primi cittadini elencano le principali criticità emerse a partire il sistema di tracciamento che a causa della mancanza di personale dedicato e formato oggi è inadeguato a sopportare l'aumentato carico di lavoro. «Si deve quanto prima provvedere a incrementare il personale dedicato e formato che si occupi dei tracciamenti dei contatti» chiedono i sindaci.
Un altro problema è quello relativo al numero verde, «non in grado di sostenere il carico di lavoro attuale - sottolineano i primi cittadini - le persone hanno la necessità di interfacciarsi direttamente con Ats e a oggi ciò non avviene, scaricando spesso ogni problema sulle spalle dei medici di base, a loro volta sovraccarichi di lavoro, innescando un cortocircuito che va a colpire unicamente il paziente».
«Molte persone - prosegue la lettera - fino a pochissimi giorni fa non riuscivano ad uscire dalla quarantena per mancanza di programmazione del tampone, senza contare le criticità nell'emissione del "green pass". Ritardi che causano problemi in ambito sociale, famigliare e lavorativo».
I sindaci firmatari della missiva sollevano anche il problema della carenza sempre più grave dei medici di base sui territori.
«Non c'è un adeguato ricambio generazionale e con i pensionamenti dei medici di medicina generale previsti per i prossimi anni la situazione tenderà ad aggravarsi - rivelano i primi cittadini - mancano giovani medici, questo tema se non affrontato genererà un problema sociale potenzialmente devastante e non consentirà di sviluppare le case di comunità. Bisogna aumentare le borse disponibili per la formazione dei futuri medici di famiglia».
C'è poi il tema degli Usca, le Unità Speciali di continuità assistenziale provinciale, «dove mancano medici con conseguente sovraccarico dei pronto soccorso a cui si rivolgono pazienti positivi al Covid che non trovano adeguate risposte sul territorio».
«Su tutti questi temi - dichiarano i sindaci - chiediamo ad Ats di aprire un tavolo di confronto con i Comuni e le Province di Varese e Como, affinché si possa addivenire quanto prima a una soluzione di cui in prima persona siano i cittadini a beneficiare. I Comuni da due anni a questa parte si stanno assumendo compiti non propri adempiendo a un fondamentale ruolo di collante sociale grazie alla preziosa collaborazione dei medici del territorio. E' inaccettabile puntare il dito contro i Comuni per le code che si formano fuori dalle farmacie».
Tra i Comuni sottoscrittori della lettera ad Ats Insubria della provincia di Varese ci sono 51 paesi: Varese, Besnate, Casorate Sempione, Saronno, Brunello, Malnate, Bisuschio, Ternate, Travedona Monate, Vedano Olona, Vergiate, Arsago Seprio, Azzate, Dumenza, Fagnano Olona, Ferno, Golasecca, Gemonio, Germignaga, Bardello, Besozzo, Brezzo di Bedero, Brinzio, Brusimpiano, Buguggiate, Cantello, Cardano al Campo, Castelseprio, Comerio, Caronno Pertusella, Cazzago Brabbia, Comabbio, Cunardo, Gorla Minore, Gornate Olona, Grantola, Induno Olona, Ispra, Lavena Ponte Tresa, Leggiuno, Lonate Pozzolo, Lozza, Luino, Maccagno con Pino e Veddasca, Monvalle, Mornago, Oggiona con Santo Stefano, Olgiate Olona, Saltrio, Somma Lombardo e Sumirago.