Busto Arsizio - 05 gennaio 2022, 08:40

Antonelli e il Pnrr: «Preoccupato per i tempi stretti». Sul nuovo ospedale: «La volontà della Regione c’è. Fontana e Moratti verranno qui»

La sfida del Pnrr, resa ancora più complicata dalla morsa del Covid. Ma anche il campus di Beata Giuliana, l’ospedale e il rapporto con l’opposizione in questa intervista con il sindaco di Busto Arsizio Emanuele Antonelli

Emanuele Antonelli

Intercettare e gestire i fondi del Pnrr: è il tema del 2022 per tutti gli amministratori locali. Una sfida che attende anche Emanuele Antonelli, sindaco di Busto Arsizio e presidente della Provincia di Varese.
«Solo un incosciente riuscirebbe a dormire sonni tranquilli in questo momento», dice con un sorriso che non nasconde la preoccupazione. Anche perché, a complicare la situazione, c’è la morsa del Covid che non allenta la presa. Lo scorso gennaio, dopo un 2020 straziante, incontravamo il primo cittadino per un’intervista mentre in ospedale iniziavano le prime vaccinazioni (leggi qui).

Si sarebbe immaginato che, a distanza di un anno, ci saremmo ritrovati con questi casi in provincia e in città?
«No, obiettivamente no. Pensavo che ne saremmo usciti, soprattutto perché di vaccinazioni ne sono state fatte tante. Invece siamo messi non peggio di prima, perché fortunatamente gli ospedali sono messi ancora abbastanza bene, però questa Omicron è contagiosissima. Purtroppo è un incubo e non ne usciamo ancora. Anche se l’impatto è inferiore rispetto al passato, questa situazione rovina il nostro lavoro e la programmazione».

Per via dei contagi di Covid tra i dipendenti?
«Qualcuno ce l’ha, altri l’hanno avuto. Ormai ogni volta che c’è un raffreddore scatta l’allarme. D’altra parte conosco tante di quelle persone che ce l’hanno…».

Lei ha ancora paura?
«Sì, anche con le vaccinazioni dobbiamo stare attenti. L’invito è ancora quello di prendere tutte le precauzioni del caso, di evitare assembramenti e di seguire le solite indicazioni come da due anni a questa parte. Trovo assurdo dover ripetere ancora queste raccomandazioni, ma purtroppo va fatto».

Sempre un anno fa, veniva presentato il grande progetto del campus sportivo di Beata Giuliana. Lei si era detto molto fiducioso del progetto, che poi è però naufragato.
«Si erano presentate società molto serie, che hanno anche messo tanti soldi tra progettazione e fideiussioni, per quello ero molto fiducioso. Poi però hanno preferito tirarsi indietro e perdere i soldi che avevano investito. Ora lo faremo noi, i tempi sono quelli del pubblico, però lo facciamo».

Parla del palaginnastica, che la Pro Patria Ginnastica aspetta da tempo e che lei ha più volte ribadito che verrà realizzato.
«Per forza, dobbiamo darglielo. Lo facciamo».

Si impegna a dire che entro la consiliatura i lavori perlomeno inizieranno davvero?
«Io i lavori devo finirli. I soldi sono stanziati e il palaginnastica deve essere finito». 

È vero che il Pnrr non la fa dormire la notte?
«Sì, siamo in difficoltà come mezzi e uomini. Ho paura dei tempi, che sono ridottissimi, e il Covid non aiuta. Dobbiamo intercettare tanti soldi, le opportunità sono tantissime. Ma gli uomini e i dirigenti sono quelli che sono, fanno già miracoli ma ora non bastano nemmeno i miracoli. Mi sono confrontato con altri sindaci e presidenti della Provincia e sono tutti preoccupati. Solo un incosciente riuscirebbe a dormire sonni tranquilli in questo momento».

Politicamente, l’inizio di questa consiliatura è diverso rispetto al precedente. I rapporti nella maggioranza sembrano sereni.
«Sicuramente. Anche l’altra volta avevamo iniziato bene, al di là di quello che era successo che ovviamente aveva influito tanto (l’elezione di Valerio Mariani, esponente dell'opposizione, anziché di Gigi Farioli alla presidenza del Consiglio comunale, ndr). Una volta partiti, le cose sono andate bene.
Adesso abbiamo molta più esperienza, ma con il Covid e il Pnrr siamo molto più pressati. Stiamo lavorando bene, stiamo condividendo tutto e cerchiamo di fare tutto insieme». 

Invece con l’opposizione? La minoranza ha chiesto un’apertura e un dialogo veri, non di facciata.
«Mi piacerebbe condividere anche con loro giorno per giorno quello che faccio. Però vorrei anche da parte loro dei riscontri. Abbiamo fatto una riunione anche sul bilancio, probabilmente ci sarà un Consiglio dedicato verso il 10 febbraio, nel frattempo faremo le commissioni e altre riunioni. Finora abbiamo detto esattamente tutto quello che abbiamo intenzione di fare e abbiamo chiesto di farci avere eventuali proposte.
L’apertura c’è, come anche per l’ospedale. Tra una ventina di giorni ci troveremo ancora su questo tema e l’opposizione sarà presente.

Mi piacerebbe ci fosse un’apertura anche da parte loro, perché se facciamo tutto questo lavoro e poi ci bocciano tutto come hanno sempre fatto… Ho più esperienza rispetto ai cinque anni precedenti e voglio condividere realmente tutto, anche perché in Comune non ci devono essere segreti.
Se in passato ci sono state titubanze a dire le cose, è perché queste uscivano sulla stampa un minuto dopo gli incontri. Certe notizie richiedono più calma o riservatezza, come i derivati o il campus, che coinvolgeva imprenditori diversi che magari non volevano andare sui giornali. La volontà era solo quella di proteggere il grande lavoro che si stava facendo».

Ha citato l’ospedale nuovo Busto-Gallarate: la sanità è di competenza regionale, ma ve ne state occupando e tornerete a farlo.
«A gennaio il presidente Attilio Fontana e l’assessore Letizia Moratti dovrebbero venire a visitare gli ospedali e a fare una riunione. Sembra esserci la volontà di partire alla grande». 

Questo è un tema che i cittadini seguono con attenzione, preoccupati in particolare per la situazione dell’attuale ospedale. Cosa si sente di dire loro?
«Da parte di Regione Lombardia la volontà c’è: l’ospedale nuovo si fa. È richiesto da tutte le persone che lavorano in ospedale, che da anni ci chiedono strutture dove lavorare non sia un problema. Oggi quelle che abbiamo necessitano di ristrutturazioni importanti con costi pesantissimi. Quello nuovo potrà portare benefici anche per quanto riguarda i costi di gestione e verrà fatto tendendo conto della pandemia e di quello che potrebbe accadere in futuro. Abbiamo rassicurazioni anche sui siti attuali. A Busto la parte amministrativa rimane, ci saranno Rsa, c’è già una scuola di infermieri… Insomma, non sarà abbandonato».

Natale è già un ricordo, tra poco sarà tempo di Giöbia. Si potrà organizzare?
«A oggi, se non cambiano le norme, non si potrà fare, almeno non con il pubblico. Aspettiamo, dobbiamo capire cosa potremo fare esattamente. L’importante è che non ci siano assembramenti». 

L’anno sarà ovviamente caratterizzato dalla gestione dei fondi del Pnrr. Oltre a questo, c’è un obiettivo particolare per il 2022?
«Con le risorse ridotte che abbiamo, dobbiamo cercare di mantenere inalterati i servizi che abbiamo sempre offerto. I servizi sociali, in particolare, pesano tantissimo, la pandemia ha reso ancora più evidente quanto servono. Spendiamo cifre notevoli, ma d’altronde le richieste sono sempre di più».

Riccardo Canetta