Opinioni - 03 gennaio 2022, 21:15

Il Covid e le attese. In farmacia, in strada, al telefono: ovunque è il giorno più lungo

Dovevamo sconfinare nel più rassicurante 2022, eppure ci portiamo dietro tutte le pesantezze e i disagi dell'anno alle spalle. Chiedere un tampone e anche comprare un farmaco, tutto è ancora (troppo) complicato

Il giorno più lungo. È quello che si replica, ogni 24 ore, in uno scenario che il nostro territorio si era convinto, illuso, di non dover più vedere dopo l'esplosione della pandemia.

È quello dell’attesa, in ogni luogo, a cavallo dei due anni: perché non sei ancora convinto di aver sconfinato dal 2021 (il 2020 no, a marcare la frontiera c’è il vaccino) e di essere approdato in quello che doveva essere il più rassicurante 2022. Devi andare in farmacia, a comprare un farmaco perché esistono ancora i raffreddori, le bronchiti, altre malattie stagionali e quelle che purtroppo stagioni non conoscono, e ti devi mettere in coda. Basta quella che sia giusta.

«Questa è la coda per i medicinali o deve fare il tampone?» ti chiede l’ultimo arrivato. Scuoti il capo: sei qui per acquistare i farmaci, gli garantisci. L’altro, ti si accoda ma intanto c’è una fila ridotta nei numeri e ampliata nel nervosismo: è quella in attesa dell’esito dei tamponi.

Già, i tamponi. Quelli che qualche giorno fa erano esauriti, lo gridava un cartello sulla farmacia. Poi, sulla pagina Facebook la stessa attività rendeva noto: sono tornati. Ed è tornata anche la duplice coda. Del resto, non sono i test le uniche priorità. Un anziano prova a chiedere tempo e simpatia: «Devo solo informarmi se hanno le mascherine Fffp2». Una donna all’inizio della coda guarda la sua mascherina chirurgica con compassione (due anni fa, l’avrebbe fatto con un pizzico di invidia): «Se vuole, domando io per lei». Fingendo di esserne contento, lui la ringrazia con un cenno e infatti quando la signora esce lo rassicura: «Ce le hanno». Adesso, l’anziano attende con più tranquillità.

L’attesa, già,  quella che si respirava sul Sempione questa mattina che si dovesse eseguire il tampone, andare a fare compere o recarsi sul luogo di lavoro: tra Busto Arsizio e Gallarate, e poi oltre ancora, occorre trovare tutta la pazienza necessaria per una giornata complicata. Ovvero, incolonnarsi in auto e non solo. 

In coda, ovunque, anche al telefono.

Perché anche quando pensi o speri di esserti lasciato la positività alle spalle, ma devi giustamente provarlo, chiamare il numero verde dell’Ats Insubria è un’impresa: è stato preso d’assalto. Doveva essere a disposizione dei cittadini dalle 9 alle 15 (tranne il 6 gennaio, giorno in cui, si avvisa, non sarà attivo), ma troppi non ce la fanno a raggiungerlo: «Come chiami, ti butta giù».

Il giorno più lungo, è oggi. Il giorno più lungo, chissà quando finirà.

Marilena Lualdi