Eventi - 17 dicembre 2021, 01:52

Pina Auriemma guarda “House of Gucci” con La Valle di Ezechiele. E boccia il film

Auriemma ha assistito alla proiezione organizzata dalla cooperativa sociale con sede a Fagnano Olona, rivivendo i momenti da cui scaturirono per lei 13 anni di carcere. Molto critico il giudizio sulla ricostruzione di alcuni fatti, tanto che il suo avvocato ha annunciato possibili passi legali

Di vedere House of Gucci, il film nelle sale in questi giorni incentrato sull’omicidio di Maurizio Gucci per il quale ha scontato 13 anni di carcere, Pina Auriemma non aveva alcuna intenzione.
Voleva «essere dimenticata», ma l’opera con Lady Gaga girata in Italia ha riacceso i riflettori sulla vicenda.

E all’invito della Valle di Ezechiele, cooperativa sociale con sede a Fagnano Olona, e dell’amico don David Maria Riboldi, non ha voluto dire “no”.

Così, giovedì sera, Auriemma ha assistito alla proiezione organizzata al multisala The Space di Cerro Maggiore a sostegno della cooperativa nata per dare una seconda possibilità a detenuti ed ex detenuti.
Decisamente critico il suo giudizio del film di Ridley Scott, in particolare sulla ricostruzione di alcuni fatti. Tanto che il suo avvocato Pietro Traini ha annunciato la possibilità di compiere dei passi legali.

Sala sostanzialmente gremita nella serata promossa dalla Valle di Ezechiele (c’erano il presidente Filippo Germinetti e la vice Anna Bonanomi). Erano presenti anche ex detenuti, magistrati, avvocati, la comandante della Polizia Penitenziaria di Busto Arsizio Rossella Panaro.

Tutti hanno ascoltato con attenzione l’intervista condotta da Don David Maria Riboldi, che oltre a essere l'ideatore della Valle di Ezechiele è il cappellano della casa circondariale bustocca.
Ma è soprattutto un amico di Auriemma. I due si conobbero quando lui, allora seminarista, aiutava i cappellani del carcere di San Vittore.

«Pina mi ha svezzato alla vita in galera – ha detto sorridendo il sacerdote –. Quando sono diventato prete, lei chiese il permesso di uscire dal carcere per assistere alla messa». Lo scorso ottobre, Auriemma ha anche partecipato all’inaugurazione della cooperativa ad opera della ministra della Giustizia Marta Cartabia.

Negativo, come detto, il suo giudizio sul film. «Di vero ci sono quasi solo i nomi e i cognomi dei personaggi», è stato il suo primo commento. Le critiche riguardano il modo in cui sono stati rappresentati alcuni esponenti della famiglia Gucci.
Ma soprattutto, ha sottolineato l’avvocato Traini seduto al suo fianco, «nel film sembra sia lei ad aver pensato all’omicidio». E il legale ha contestato anche il fatto che la sua assistita, interpretata da Salma Hayek, venga mostrata mentre fa le carte in televisione.

«Vedremo i passi legali che dovremo fare», ha anticipato Traini. «C’è intenzione di procedere?», ha chiesto a quel punto don David. «Assolutamente – la risposta dell’avvocato –. Si vedrà se nei confronti della distribuzione in Italia o della produzione in America».

Auriemma ha anche spiegato che, visto che Patrizia Reggiani cercava insistentemente un killer, lei le presentò qualcuno solo per “tenerla buona”, senza immaginare che il delitto potesse davvero andare in porto.

Ripensando al legame con l’ex signora Gucci, con la quale ha condiviso anche la vita a San Vittore, Auriemma ha parlato di «vera amicizia»: «Mi pento di quel rapporto – ha però aggiunto – perché una persona è morta. Non le voglio male, non porto rancore. Ma non rappresenta più nulla».

Diverso il discorso relativo a Maurizio Gucci: «Lui è sempre nei miei pensieri. L’ho conosciuto e non meritava questa fine. Io ho scontato la mia pena, ma sento un peso, perché a volte penso che se non avessi presentato nessuno a Patrizia forse le cose sarebbero andare diversamente. Il problema non è la galera, ma la morte di un essere umano».

Tornando al film, il giudizio di Pina Auriemma non è positivo nemmeno dal punto di vista artistico: «L’ho trovato noioso, da Ridley Scott mi aspettavo qualcosa di meglio».
L’avvocato Traini, però, qualcosa salva: la Patrizia Reggiani interpretata da Lady Gaga: «Buca lo schermo, è di una bravura assoluta».

Riccardo Canetta