Comunicato di Sinistra Italiana Busto Arsizio su Accam e Neutalia. Titolo: "Antonelli si è arrogato i poteri per resuscitare Accam". Di seguito, alcuni dei passaggi fondamentali.
«Apprendiamo che Neutalia ingloberà Accam. Ammesso che il sindaco Antonelli abbia trovato chi pagherà i debiti accumulati da una gestione pluriennale disastrosa, quale sarà la contropartita? La “fusione per incorporazione” sembra essere la soluzione per definire l’assetto societario facendo sparire Accam. Ma che ne farà Neutalia dell’impianto di Borsano?
Quando venne costruito, ormai 50 anni fa si chiamava semplicemente inceneritore, nei tempi moderni è stato aggiornato in termovalorizzatore [...]. Neutalia ritiene di poterlo rimettere in funzione con un semplice restyling? Se così fosse nessuno si è accorto che sarebbe una manovra d’altri tempi. È come se a una macchina d’epoca, si procedesse a una semplice manutenzione pretendendo di ottenere un rendimento di una fuori serie.
La città di Busto Arsizio - afferma Sinistra Italiana - è al 19esimo posto fra le città superiori ai 60mila abitanti più inquinate d’Europa, in Italia è all’11esimo posto. Basterebbe questo dato per chiudere l'inceneritore di Borsano. Il sindaco Antonelli e il sindaco di Legnano hanno trovato una nuova società di nome Neutalia con un capitale sociale di 500.000 euro che dovrebbe assorbire Accam, con capitale sociale di 2.500.000 euro. Non si dice nulla dei circa 35 milioni di debiti di Accam che verranno messi a carico dei cittadini dei 27 comuni».
Ancora: «Dov'è l'economia circolare, già ipotizzata prima delle elezioni amministrative, che presupponeva la chiusura dell'inceneritore e che oggi brucia rifiuti degli ospedali e dell'industria chimica [...]? Questa nuova società non ha chiarito troppe cose, per cui chiediamo con forza risposte chiare e alla luce del sole. Devono finire questi espedienti e queste decisioni fasulle, che non sono credibili alla luce dei fatti. Ci aspettiamo anche delle prese di posizione coerenti da parte dei piccoli Comuni contro coloro che vogliono perpetuare questa situazione assurda. Noi ripetiamo per l'ennesima volta che la soluzione è quella della cessazione dell'inceneritore e della società Accam. Ci aspettiamo che si costituisca una nuova società pubblica, senza fini di lucro, che possa attuare l'economia circolare come avviene nelle località più avanzate del nostro Paese.
Abbiamo previsto anche l'aggiornamento professionale del personale al fine di evitare i minacciati licenziamenti. Come si annuncia, la fusione si perfezionerà tramite la procedura semplificata di cui all’articolo 2005 cc perché sarà preceduta dall’azzeramento del capitale sociale e dalla successiva ricostruzione mediante il versamento di un nuovo capitale sociale oltre che di un sovrapprezzo tale da ripianare i debiti.
Noi pensiamo che i comuni soci difficilmente potrebbero essere disponibili a sobbarcarsi un onere per loro insostenibile. Non si capisce come questa società possa reggere al debito enorme che si sta assumendo e ci si chiede se presto si dovrà procedere anche al salvataggio di Neutalia. Questa è una società che appartiene ad Amga , ad Agesp e a Cap Holding , che a loro volta appartengono ai comuni associati. In ultima analisi questa operazione spericolata potrà essere realizzata solo con i soldi dei cittadini.
Parecchi consigli comunali hanno già deliberato altre soluzioni come la scelta dell’affitto e dell’acquisto dell’azienda e non certo della fusione. In conclusione non sappiamo nulla delle ragioni di questa misteriosa ed inaspettata manovra. [...] Noi non volgiamo esprimere giudizi prima di conoscere le reali intenzioni, però fino ad ora non vi è alcuna chiarezza, in particolare non abbiamo visto nessun piano industriale per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti ispirato a moderni criteri ecologici.
Costoro ignorano che ormai è diffusa e comune opinione che tali operazioni vadano accuratamente pianificate in base ai criteri green, che sono ormai conditio sine qua non per la realizzazione di una economia circolare. Se così si volesse operare, non resterebbe che spegnere definitivamente l’impianto costruito con altre tecnologie e finalità, assecondando la contemporanea necessità di ridurre drasticamente i livelli di inquinamento di una delle zone più popolate e inquinate d’Europa. Non sfuggirà sicuramente a chi ha i poteri decisionali in materia, che è questa un’occasione irripetibile per accedere ai finanziamenti UE previsti per accelerare la transizione ecologica, oggetto non secondario del Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza».