Sociale - 03 dicembre 2021, 10:22

Anffas Varese e Fondazione Piatti nella Giornata internazionale delle persone con disabilità: «Garantire diritti e qualità di vita»

I presidenti varesini Bano e del Vecchio: «Oggi nei nostri servizi sono 600 le persone, per lo più bambini e ragazzi, con patologie del neurosviluppo, per le quali ci impegniamo per favorirne l'inclusione sociale. Un lavoro di squadra a partire dagli oltre 100 volontari fino ad arrivare alle istituzioni, alle aziende e alla nostra comunità»

Oggi, venerdì 3 dicembre, in occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità istituita ufficialmente dalle Nazioni Unite nel 1992, Anffas Varese e Fondazione Renato Piatti onlus si uniscono ad Anffas nazionale alle celebrazioni che si stanno svolgendo a livello mondiale per richiamare, ancora una volta, l’attenzione sulla necessità di garantire i diritti umani, civili e sociali nonché la qualità di vita a tutte le persone con disabilità, specie intellettive e disturbi del neurosviluppo, e alle loro famiglie.

Esigenza, questa, che ha origine proprio dalle persone con disabilità e dalle loro organizzazioni rappresentative che, come Anffas, reclamano una maggiore attenzione da parte dei Governi e delle Istituzioni locali nel dare ascolto alla loro voce, sempre ed in qualunque contesto, in particolare rispetto a quegli aspetti culturali, sociali, economici e politici che li riguardano in prima persona.

E ciò assume particolare rilievo se pensiamo che il tema cui è stata dedicata la Giornata di quest’anno è, appunto, “Leadership e partecipazione delle persone con disabilità verso un mondo post-COVID-19 inclusivo, accessibile e sostenibile”.

In particolare, sono proprio i principi di autodeterminazione e auto rappresentanza che si configurano come requisiti indispensabili per assicurare alle persone con disabilità di poter contribuire attivamente al perseguimento degli obiettivi previsti nell’ambito dell’Agenda 2030 che, ricordiamo, si impegna a "non lasciare nessuno indietro" per la costruzione di una società migliore.

Un concetto, quest’ultimo, definito e ripreso lo scorso 29 novembre anche dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che, riproponendo lo slogan del movimento associativo delle persone con disabilità “Niente su di noi, senza di noi”, ha esortato “tutti i paesi ad attuare pienamente la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, aumentare l'accessibilità e smantellare le barriere legali, sociali, economiche e di altro tipo con il coinvolgimento attivo delle persone con disabilità e delle loro organizzazioni rappresentative»

«Anffas Varese e Fondazione Piatti si impegnano con tutte le loro forze da oltre 40 anni per prendersi cura delle persone fragili e delle loro famiglie – affermano Paolo Bano, presidente Anffas Varese e Cesarina del Vecchio, presidente di Fondazione Renato Piatti onlus – oggi nei nostri servizi sono 600 le persone (per lo più bambini e ragazzi ma anche adulti e anziani) con patologie del neurosviluppo per le quali ci impegniamo per far si che possano vivere la migliore condizione di benessere possibile nell'arco di tutta la loro vita senza discriminazioni e creando le condizioni per sviluppare le loro capacità e autonomie per favorirne l'inclusione sociale. Un lavoro di squadra che crea sinergie importanti con tutti gli attori del nostro territorio a partire dagli oltre 100 volontari fino ad arrivare alle Istituzioni, realtà aziendali e a tutta nostra comunità». 

«È sufficiente soffermarsi ad analizzare quanto accaduto in Italia, così come nel resto del mondo, durante la pandemia Covid-19, a partire dal completo abbandono delle persone con disabilità nel primo lockdown all’esclusione delle stesse all’interno delle categorie prioritarie della campagna vaccinale; constateremo, difatti, che sono state le persone più fragili, qui comprese le persone con disabilità intellettive e i loro familiari, ad aver risentito maggiormente dell’impatto dell’emergenza. Abbandonate a loro stesse, sono state trattate alla stregua, come più volte denunciato proprio da Anffas, di cittadini di serie B. Tutto questo è indice di come molto deve essere ancora fatto per imprimere quel cambiamento culturale di cui parliamo ormai da anni» conclude il presidente nazionale di Anffas Roberto Speziale. 

 

Redazione