Vien da chiedersi.... se tutti coloro che avevano "giurato" di essere presenti alla Presentazione del libro dal titolo "ul Giusepèn" presso la Biblioteca civica in Busto Arsizio avessero mantenuto fede alla loro promessa che sarebbe successo? Al "controllo" col green pass non tutti avrebbero avuto accesso in sala e non tutti avrebbero assistito di persona all'evento.
Fare la cronaca di un evento che mi riguarda, mi sembra una specie di "parlarmi addosso", ma nessun Giornalista (all'infuori di me) e nessun Politico era presente in sala. Che sarà mai? Dice Vasco "c'è sempre un motivo" e io, di motivi riguardante le assenze, li ho.
Tuttavia, bene dirlo: è andato tutto "liscio come l'olio": la Dr.ssa Giuffrida Monica per la deliziosa accoglienza dei convenuti - la Reception della Biblioteca per la professionalità con cui hanno ubbidito alle Disposizioni di Legge - la Libraia per antonomasia, Francesca Boragno per la sapiente conduzione della serata.
E' lei che ha presentato il sottoscritto, non prima di avere mandato in onda l'inno di Busto, dal titolo "La mia città" (parole mie e musica del maestro Tino Pigni, voce di Dino D'Alba). Poi, domande a raffica, supportate da mie risposte, con "siparietti" gustosi in merito a detti in uso nel primo Novecento che raccontavano la "vita grama, il lavoro, i sacrifici" di nonni e nonnine che (meglio non dimenticarlo), oltre ai "valori" ci hanno creato il benessere.
Francesca mi ha definito un "curioso e amante della mia Busto Arsizio". A volte (spesso) anche "penna pungente" che nel corso dei 40 anni de l'Informazione ha criticato l'operato dei gestori della cosa pubblica cittadina. Del resto, amare la città vuole significare oggettiva (vera) critica .... costi quel che costi. Poi "CUORE di BUSTO" il famoso libro fotografico redatto su diapositive di Marino Bianchi. Che dire poi degli "speciali" de l'Informazione e dei libri (22°) quello che si sta presentando) del sottoscritto.
Domande "provocatorie" di Francesca Boragno riguardavano le "marachelle" di allora, i giochi, i mistieri, le Tradizioni in uso, tutte documentate con dovizia di particolari, specie la "storia" di Busto Arsizio, medaglia d'oro al "valor militare" che Francesco Cossiga nel 1979 attribuì a Busto Arsizio. E l'Aeroporto di Busto Arsizio oggi Malpensa? e Busto al vertice dei 126 Comune della Provincia di Varese? Busto, quinta città per importanza della Lombardia? e prima città "non Provincia" della Regione?". E altro....altro ancora!
Sono seguiti "spiccioli di commento" sui testi di "ul Giusepèn"; tutti gustosi e appetibili, da far leggere (meglio dire, da leggere) a nonnine e nonnini del tempo che fu. La Provvidenza, poi ci ha fornito un dossier di vecchi mestieri, tutti pubblicati in quadricromia nel libro.
Sono susseguite le domande del pubblico presente, gli applausi scroscianti di coloro che hanno evocato la fanciullezza e l'impegno di condividere il contenuto di "ul Giusepèn" con nonni e genitori. Il nostro "esperimento" concretizzato a "La Provvidenza" ha offerto gioiosità e tanta dolcezza dei nonnini che hanno dato il loro assenso a quanto raccontato. Magari, per Natale, regalate il libro a nonne e nonni: un grazie sincero e un sorriso arriveranno di certo. Una frase che mi resta ben in testa è questa "non ho paura del tempo che passa - ho paura di invecchiare nel cervello e nel cuore" e Giuseppino mi insegna che lui, a 95 anni è ....giovane e azillo come un grillo.
Intanto, nel corso della serata, s'è fatto un conteggio delle copie vendute del libro "ul Giusepèn" (la Libreria Boragno, via Milano 4 Busto Arsizio ne è ben fornita) , con grande soddisfazione (non solo mia, ma dei presenti) s'è superato l'asticella delle 2000 (duemila) copie. Soddisfatto? ....mi è stato chiesto...."oltremisura" ho risposto, per piccole ma giuste ragioni.... mi dicevano che "un libro per vecchi" non avrebbe funzionato (blasfemia ....è un libro dove si parla di Bustocchità) - che il libro non aveva avuto una preventiva Presentazione - che la gente legge poco. Beh, certi beceri luoghi comuni, lasciamoli ai buontemponi, ai disfattisti e agli invidiosi. "ul Giusepèn" marcia spedito nell'alveo delle "cose buone" e delle "cose giuste" e chi è titubante "peste lo colga" o, per dirla alla Bustocca "cal mangia dul so sin'a candu l'è in bona" (mangi di suo sino a quando ne ha) .....non si può piacere a tutti. Giusepèn se la ride divertito!