La delibera sulle nomine del consiglio è stata pubblicata sull'albo pretorio del Comune di Busto, le notifiche sono partite: per rimuovere le incompatibilità bisogna procedere entro 10 giorni.
«Io lascerò la presidenza della Pro Patria prima del 25 novembre - conferma Patrizia Testa - La mia passione però certo non finirà mai». Non è stata una corsa, ma un'accelerazione di un percorso già avviato da parte di una donna come lei che aveva detto come non sarebbe stato possibile proseguire da sola ancora a lungo a occuparsi della società biancoblù. Solo che l'ipotesi prima era di rimanere alla guida, pur cedendo quote societarie.
Ora non è più possibile: «Una scelta dolorosa, lo ripeto. Una scelta subìta. Sono convinta sempre più - prosegue - che io sia ingombrante come persona, in certi ambienti do fastidio». Su chi arriverà, ancora riserbo: «vorrebbero essere accolte come persone che hanno voglia di lavorare e mi hanno mandato un messaggio che ha messo un po' di brio nel mio cuore... "sono giunti fino a noi la tenacia e il cuore che lei ha messo per costruire questa Pro»". A Busto, non l'hanno capito con la stessa intensità, ma Patrizia Testa è grata a chi è stato al suo fianco come sponsor. Ai professionisti come Sandro Turotti prima di tutto, a Cristian Moroni, a Nicolò Ramella, a coloro che hanno svolto e svolgono il loro lavoro con uguale tenacia e passione.
Ai tigrotti, che rassicura, possono giocare sereni: «Perché sicuramente chi renderà le quote di maggioranza fino a campionato seguirà quanto è stato detto e fatto, quest'anno è tutto certificato come se ci fossi solo io. Poi ci conosceremo meglio, valuteremo la compatibilità necessaria per continuare a fare bene».
Poi, l'ultima amarezza che esprime: «C'è chi si definisce figlio della Pro. Ma i figli della Pro lo sono anche dietro le quinte, sono silenziosi».