Un museo da aprire al pubblico nella casa di Umberto Bossi, tra i cimeli che testimoniano la nascita della Seconda Repubblica: è l'idea lanciata da Giuseppe Leoni, uno dei padri fondatori della Lega.
«Quella casa è un pezzo di storia d’Italia, se pò minga vendela - dice Leoni in un'intervista al quotidiano "La Stampa" oggi in edicola - La Seconda Repubblica è nata lì. E poi il Capo non ha buttato via niente: i fax, le lettere di Cossiga, gli originali dei discorsi fatti a Pontida, i regali, i cimeli, il mio intervento fatto nel 1985 in Comune a Varese che aveva corretto e rivisto lui, l’atto di costituzione della Lega Autonomista Lombarda, i manifesti elettorali e i simboli che presentavamo al Viminale. Non avevamo grafici. Erano idee dell’Umberto, che io poi disegnavo».
La proposta di Leoni è semplice: comprare un «bell'appartamento all'Umberto, a 80 anni vivere in una casa su più piani è solo una gran fatica, e trasformiamo la villetta di Gemonio nel museo della Lega. Dieci euro a ingresso e in un paio d’anni l’abbiamo ripagata».
Lo stesso ex deputato e senatore leghista, che non smette di andare a trovare il "Capo" a Gemonio e non risparmia stoccate a Salvini («Prova inutilmente a imitarlo»), dice che l'Umberto «se ne sta in poltrona con il suo sigaro, legge, osserva tutto ciò che accade a Roma e come sempre mi spiega il suo punto di vista».